Calcio in lutto: addio a Tazio Contesini, l’artefice del miracolo Commessaggio

tazio
Tazio Contesini e Giuseppe Manarin, capitano del Commessaggio che sfiorò la serie D

COMMESSAGGIO Il mondo del calcio mantovano piange  Tazio Contesini, scomparso ieri all’età di 80 anni. E’ stato creatore, anima e artefice del miracolo Commessaggio, che a cavallo degli anni ‘80 e ’90 è arrivato dalla Terza Categoria fino ad un passo dalla serie D. Erano gli anni ruggenti del calcio mantovano, quando ancora si giocava in Emilia e (spesso) si dettava legge.
La Commessaggese è stata fondata nel 1981 e Contesini ne ha preso il timone l’anno successivo. Nella stagione 84/85 è arrivata la prima promozione in Seconda con la vittoria sull’Acquanegra (1-0) nello spareggio giocato a Castellucchio. Il tecnico di quella squadra era Valeriano Rossi. Sarà invece Gino Guasti a condurre dalla panchina la Commessaggese al salto in Prima Categoria, nell’86/87. E nel giugno del ‘91, sotto la guida di Luigi Vacchelli e Fausto Roffia, i biancazzurri volano in Promozione per aver raggiunto la finale (persa) di Coppa Emilia. Il gruppo storico di questo primo ciclo era composto da Ivano Marcellini, Alessandro Paglioli, Lorenzo Della Nave, Claudio Quarantani, Nicola Bastoni (il papà di Alessandro, ora all’Inter), Massimo Brettani. «Eravamo come una famiglia – ricorda Marcellini, uomo di fiducia di Contesini nello spogliatoio e in azienda – e il presidente ci stava sempre vicino. Era il capo, ma sempre il primo a darsi da fare, anche quando c’era da pulire gli spogliatoi. Un presidente vecchio stampo, appassionato e genuino».
In Promozione la Commessaggese ci resta quattro stagioni, dando vita ad epiche sfide contro Castiglione, Rodigo, Casalese, Ostiglia, col 3B di Dal Bosco e il Sarginesco di Bompieri: nono, quarto, terzo e nel 94/95, con Barbieri in panchina, Tosi in porta, Manarin capitano, Franzini e Bertolani di punta, domina il campionato (50 punti con 22 vittorie, 6 pareggi e 2 sole sconfitte) e vola in Eccellenza. «In quegli anni – racconta Manarin – era la società più prestigiosa dopo il Mantova, tutti volevano giocare lì. Contesini privilegiava i rapporti umani. Al giovedì, dopo l’allenamento, ci portava tutti a cena. Aveva creato un bel gruppo, quello era il nostro segreto». «Era un grande appassionato e generoso – aggiunge Franzini – molto attaccato a certi principi. Io ho lavorato nella sua azienda, non lasciava niente al caso. Gestiva tutto come una famiglia, ma era molto esigente. Un grande uomo, che ha costruito un impero dal nulla».
Al primo anno di Eccellenza, terminato in ottava posizione, alla guida della squadra subentra Nunzio Stanga, che la maglia biancazzurra l’ha indossata per tre stagioni anche da giocatore. «Fu proprio – assicura Stanga – nella trattativa per portarmi dal Brescello a Commessaggio che Contesini conobbe Amadei e da lì entrò pure nel club reggiano, che allora faceva la C». Nella stagione 96/97, la prima delle virgiliane nei campionati lombardi, la Commessaggese è seconda dietro solo alla Bagnolese, elimina il Pizzighettone nel primo turno dei play off, ma si ferma ad un passo dalla D, superata nel doppio confronto (0-1 in casa, 0-0 fuori) dalla Santarcangiolese. Di quella squadra, con gli eroi della promozione, con Bozzetti, Grazioli, i due Mantovani, Guerra e Baldacci, facevano parte anche i giovanissimi Emil Zubin (bomber da 20 reti) ed Elia Pavesi. «Ero in prestito dal Mantova – ricorda l’attuale allenatore della Primavera del Brescia – la mia prima volta in un altro club. Fu una esperienza entusiasmante, sotto tutti i punti di vista. Eravamo un grande gruppo e Contesini il perfetto capofamiglia».
Fu l’ultimo capitolo del miracolo Commessaggio, che nell’estate del ‘97 cedette il titolo al Suzzara e sparì per sempre dalla scena calcistica.