Calcio Serie D – Mantova, Righi attende segnali: “Sono sereno”

Masiello e Righi
Masiello e Righi

Mantova Come Morgia, anche lui non sa se farà ancora parte del Mantova il prossimo anno. Ma, mentre l’allenatore preferisce non esporsi finchè il quadro non sarà più chiaro,  Emanuele Righi accetta di parlare. Forse perchè, stando ai rumors, la sua conferma appare più che probabile? «Non è così – smentisce lui – . Anch’io attendo l’assemblea del 14».
 Con quale stato d’animo?
«Con la massima serenità. Che deriva dal mio carattere, non certo dalla convinzione di rimanere al Mantova. Su questo punto vi assicuro che non ho ricevuto alcuna garanzia».
Pensa di aver fatto un buon lavoro?
«Penso sia stata una bella stagione, al di là di com’è finita. È chiaro che il risultato finale non è un dettaglio, però credo che lo staff tecnico abbia operato con competenza, intelligenza e il massimo impegno possibile».
 Come definirebbe la stagione?
«Incompiuta, ma non negativa. Siamo pur sempre arrivati secondi».
 Qual è la conquista di cui va più fiero?
«Il feeling clamoroso che si è instaurato tra me e la squadra, e che prosegue anche ora che è finita la stagione. E poi lavorare in una società che non ci ha fatto mancare nulla. Infine, il rapporto con la città. Critiche comprese».
 Le critiche, appunto. Come le ha prese?
«Bene. A volte sono io stesso che mi espongo a certi giudizi, me ne rendo conto perchè fa parte del mio carattere. D’altronde, come diceva Ivano Gavella: meglio anomali che anonimi».
 Ci sarà una critica che non le è andata giù…
«Certo. Quando mettono in dubbio la moralità dei giocatori e dell’allenatore, quindi implicitamente anche la mia. Questo non lo posso accettare».
 Tra le critiche cosiddette costruttive, invece, quale le viene in mente?
«Per esempio quella di aver assecondato in tutto e per tutto le volontà tecniche sul collocamento delle quote in difesa. Ma attenzione: parliamo col senno di poi. Quell’idea l’avevo avallata anch’io all’inizio, pur sapendo che sarebbe stata rischiosa. E non mi pento di nulla. Anche perchè abbiamo comunque raccolto 83 punti, mica poco».
 Siamo in una fase di apparente immobilismo sul fronte societario, almeno per i temi che appassionano i tifosi: squadra, allenatore, eventuale ripescaggio…
«Non mi preoccuperei. Siamo appena a inizio giugno».
 Dovesse allestire lei il Mantova che verrà, cambierebbe molti giocatori?
«Credo che ogni valutazione andrebbe fatta con l’allenatore. Per poi capire quanta voglia di rivincita abbia chi c’era lo scorso anno».
 A proposito di allenatore, qual è il suo pensiero su Morgia?
«Sarò eternamente grato a lui per quello che mi ha dato. Ci accomuna l’amarezza per com’è finita la stagione ed anche l’attuale condizione, visto che siamo entrambi “sospesi”».
 D’accordo ma, sempre se rimanesse lei il ds, lo confermerebbe?
«So che ha ricevuto una proposta interessante e chiara dalla società (il ruolo di direttore tecnico,  ndr). Ma da radiomercato sento “rumori sinistri” dal Piemonte che non mi lasciano tranquillo. Detto questo, la prima telefonata la farei a lui. Vorrei capire se ci sono le condizioni per proseguire il rapporto».