Calcio Serie D – Morgia: “Tifosi del Mantova, unitevi e moltiplicatevi”

Massimo Morgia
Massimo Morgia

Mantova Lo ammette anche lui: «Scusatemi se sono ripetitivo, ma è un concetto che voglio ripetere fino alla noia». Quale? Questo: «Abbiamo bisogno del sostegno di tutta Mantova – spiega  Massimo Morgia – . Sono contento che, anche per la partita col Seregno, la società abbia deciso di praticare prezzi stracciati. Spero che i tifosi ne approfittino e che domenica al Martelli si superino le 3mila presenze. La gente ci deve dare una mano a vincere… prima ancora di cominciare. Tutti stiamo dando il massimo e la città non dev’essere da meno. Il mio appello non è rivolto a chi allo stadio è sempre venuto, ma a chi finora è mancato. Abbiamo davvero bisogno di tutti».
 La vittoria col Pontisola – Nel tradizionale incontro con la stampa del martedì, Morgia torna sulla partita di domenica scorsa a Ponte San Pietro: «L’ho rivista – racconta – e devo dire che è stata una delle migliori che abbiamo giocato in trasferta. I numeri lo confermano: 65% di possesso palla, 12 conclusioni contro 3 dei bergamaschi (compreso il primo gol, del tutto fortuito), 31 cross dal fondo contro 3. Il loro mister sostiene che il pari era più giusto? Mah…».
 Mentalità e convinzione – Sono due delle armi vincenti di questo Mantova. Sostiene Morgia: «Con un inizio così in salita come a Ponte (rigore sbagliato e gol preso), la partita poteva risultare compromessa. Invece la squadra non si è disunita e ha reagito bene, mostrando di possedere anche la “mentalità” della capolista. Questa è una qualità che dobbiamo non solo mantenere, ma anche rafforzare».
 Panchina decisiva – Cuffa ha deciso il match, l’altro subentrato Alma è stato tra i migliori in campo… «È vero – conferma il mister – , tutti rispondono bene quando vengono chiamati in causa. E non sapete quanto mi sia costato lasciare in tribuna gente come Yeboah, Aldrovandi e Guglielmelli. Per non parlare dei non convocati: hanno comunque organizzato una macchinata per essere presenti e stare vicini ai compagni. Un gesto bellissimo».
 Il Como non molla – Qui il mister si affida ancora ai numeri. Applicandoli alle sue esperienze (vincenti) del passato: «Quando vinsi il campionato a Pistoia – racconta – la matematica della promozione è arrivata a 73 punti. A Siena a 71. Ora, a 6 giornate dalla fine, sei sicuro di vincere solo se arrivi a 90! È qualcosa di incredibile e, secondo me, anche irripetibile. Speravo che il Rezzato riuscisse a bloccare il Como, ma così non è stato. Noi più brillanti dopo la sosta? Sì, ma dobbiamo esserlo ancora di più. Non possiamo assolutamente fermarci».
 Il ritorno al gol di Scotto – Morgia ha sempre definito un “falso problema” il digiuno dell’attaccante sardo: «Il fatto che non segnasse più – spiega – non aveva influito negativamente sul suo rendimento. Poi, certo, so che ci teneva a tornare a segnare. E quindi sono felice per lui».
 Esame Seregno – Sul prossimo avversario dei biancorossi il tecnico così si esprime: «È una squadra difficile, che ha subìto solo un gol nelle ultime 6 partite. Dovremo affrontarla con grande pazienza, mettendoci rabbia e gioco. Anche il Darfo, però, potrebbe essere un brutto cliente per il Como».
 Juniores alle finali – «È una grandissima soddisfazione – ammette Morgia – . Il fatto di lavorare con la prima squadra ha fatto crescere questi ragazzi. Del resto, è un metodo che seguo da sempre e che anche quest’anno si è rivelato vincente».
 Il futuro – Interrogato sul prossimo anno, infine, Morgia fa catenaccio: «Non ci penso lontanamente, voglio solo finire e vincere questo campionato. C’era un programma e credo sia stato portato avanti bene. Poi quello che sarà, sarà». Di sicuro gli piacerebbe tornare ad allenare in C: «È da un po’ che non la frequento, ma se non l’ho fatto ai tempi di Siena e Pistoiese è perchè mi avevano rivoluzionato la squadra, e la base su cui avevo lavorato per un anno era stata smantellata. A quel punto non me la sono sentita io di proseguire». Di più non dice, ma si capisce a quali condizioni potrebbe convincersi a concedere il bis sulla panchina biancorossa. Ammesso che anche la società lo voglia, ovviamente. Ora, però, le priorità sono altre.