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Un musical per raccontare andata, amicizia, bar, sconfitta e ritorno.
Parto alla mattina per Cesena. Prima tappa Cervia.
“Mare, mare, mare, ma che voglia di arrivare lì da te da te…”
Con me i nipoti (12 e 10 anni). Appuntamento alle 11 con un bel gruppo di amici biancorossi, adulti e bambini, tutti con maglietta nera e due scritte: davanti “ultrà” e dietro “senza padroni”.
“Eravamo quattro amici al bar…”
Allegria, buon cibo, spiaggia deserta e bellissima. L’estate scivola via.
“Oggi 29 settembre: seduta in quel caffè…”
Si riparte e si va a Cesena con amicizia, perché così è da anni. Gemellati.
“Eh, l’amico è, qualcosa che più ce n’è meglio è, è un silenzio che vuol diventare musica da cantare in coro io con te…”
Amicizia ok, senza dimenticare il Teorema di Ferradini.
“Cerca di essere un tenero amante (al bar)
Ma fuori dal letto (in campo) nessuna pietà…”
Così sarà per i bianconeri.
“Rotta per casa di Dio
Stiamo volando alla festa
Rotta per casa di Dio
E siam già là con la testa…”
Allo stadio la curva ferrovia è tutta biancorossa, siamo in 1500, sembra davvero una festa. Sembra.
Al 5° la festa è già finita. Siamo talmente amici che regaliamo il primo gol. Loro esultano. Noi? Parolacce e battute.
“Comiche alla Fantozzi” “Ma porco… ma ancora! Ma sempre!”.
Il Mantova perde e si perde. Il Cesena gioca.
Loro vanno a mille. Noi passaggi in orizzontale. Al 100° tic e toc palla persa e si va in affanno.
“Abbiamo giocato bene fino al loro gol”.
“Quindi 5 minuti” “Però!”.
“5 minuti e un jet partirà…” Sì.
Loro sono un jet. Corner e il Cesena raddoppia.
“Sono più forti loro e la loro stramaledetta Romagna Capitale”.
Mentre per molti l’amicizia va scemando “io sono gemellato con tutti… solo quando vinco”, gli ultrà ancora e sempre cantano. “Vogliamo vincere, la Curva Te vuole vincere”. Io urlo, incazzata come una biscia molestata. Non mi sono ancora riabituata alle sconfitte.
Al loro terzo gol, sempre su calcio d’angolo, vorrei tornare a casa e non ho più nemmeno voglia di esprimere il mio malumore. Finisce il primo tempo. 3a0.
“Qui ci vuole uno psicanalista” “Ma dai, a volte si vince, altre si perde.” “Mantova senza grinta e senza orgoglio!” “Tu sei senza vergogna!” “Non è vero. Ho vergogna per loro!”.
Nel secondo tempo il Cesena rallenta e il Mantova gioca meglio. Tanto meglio, che segna il 3a1 e un po’ ci illude.
“Dai, dai che si pareggia!”.
Detto fatto: dopo 10 minuti contropiede bianconero e 4 a 1. “Zio Paperino che stangata!”.
“Adesso possiamo cantare Cesena, Cesena fino alla fine”.
“Quatar nedar, batti, batti le manine!” “I sa fat propria la Festa!”.
Il secondo gol del Mantova ci lascia abbastanza indifferenti.
“È qui la festa? Sì
Dov’è la festa? Qui!…”
Renata però nega “È qui la festa? No! Festa assente”.
Finisce 4 a 2.
Ci aspettano i 200 chilometri del ritorno. La nostra curva canta ancora “Curva possente, squadra indisponente”.
Scrive Alberto. “Che figura!” “Finché la piazza è contenta!” “Come sempre vinciamo nel possesso palla” “E nel numero di passaggi” Mio nipote, 10 anni, dichiara perentorio “Non verrò mai più in trasferta”.
È andata così. “Meno male che eravamo amici, pensa se gli stavamo sul culo!”.
“Non mi sento tanto bene,
però sto già meglio
se mi fai vedere
il mondo come lo vedi tu…
Casa mia, casa tua
Che differenza c’è, non c’è ”
“Oggi 30 settembre:
mi son svegliata e
io sto pensando a te…”