Tennis – Zenari (Federtennis): “Rinascita nel rispetto delle regole”

I campi del Tc Goito
I campi del Tc Goito

MANTOVA L’attività tennistica nella nostra provincia sta a poco a poco riprendendo, dopo il via libera alla pratica motoria, dato dal Governo giorni fa, al quale è seguito quello della Regione Lombardia all’interno delle strutture. Il tennis, in base allo studio del politecnico di Torino voluto dal Coni, è stato considerato lo sport meno a rischio contagio da Coronavirus. Così i vari circoli virgiliani hanno iniziato a organizzarsi per riaprire. A tal proposito, il fiduciario della Federtennis per Mantova, e direttore tecnico del Tc Goito, Riccardo Zenari pone l’accento su alcuni dettagli e situazioni particolari che sono sorte: «Mi pare doveroso – spiega – visto il contesto creatosi negli ultimi giorni, chiarire alcuni aspetti organizzativi incentrati sull’improvviso “pronti via” che, alla volta di alcuni giorni or sono, ha colto di sorpresa i circoli tennis della nostra provincia rendendo, in questo modo, frenetica la corsa alla riapertura di ognuno di essi. Contesto di riferimento, il nostro, nel quale peraltro gli attori in gioco, Fit e Regione Lombardia, come Papato ed Impero di medievale memoria non sembrano, al momento, interagire secondo una linea comune. Ma andiamo per ordine: giovedì 7 maggio è stata emanata l’ordinanza regionale che ha permesso la riapertura dell’attività motoria all’aperto in ambito di strutture sportive. Il giorno seguente i circoli lombardi, di conseguenza, hanno potuti riaprire i battenti mentre la Fit, dal canto suo, ha diffuso su scala nazionale un proprio protocollo di linee guida relative alla riapertura in sicurezza dei circoli di cui sopra. Tale protocollo, di seguito, è stato ritoccato ad hoc dalla Regione Lombardia. In sostanza, la Regione Lombardia ha pubblicato, alla volta di sabato 9 maggio alcuni chiarimenti che, senza giri di parole hanno letteralmente preso alla sprovvista tutti gli addetti ai lavori che gravitano intorno al mondo del tennis (e non solo). Mi pare doveroso, pertanto, entrare nel merito della questione sottolineando quanto segue. Tali indicazioni non sono il frutto di scelte a carattere nazionale emanate dalla Fit in simbiosi con i singoli organi regionali: sono, al contrario, linee guida inerenti il contesto prettamente regionale e, dunque, frutto delle decisioni prese dalla Lombardia in ambito di autonomia regionale. Le questioni maggiormente annose, tra le tante sorte al momento, risultano le seguenti: Campi coperti con aperture laterali: tali strutture sono da considerarsi non all’aperto quindi non utilizzabili almeno fino a domenica 17 inclusa.
Attività didattica: questo ambito rimane sospeso. Gli insegnanti di tennis, dunque, non possono ancora svolgere la loro attività sul campo. Nello specifico, il “Protocollo Fit”, una volta valutato in Regione, ha subito alcuni ritocchi miranti a specificare che non sono ammesse né lezioni individuali né collettive.
Monitoraggio del rispetto delle regole: dal punto di vista pratico, chi si deve assumere la responsabilità, chi deve monitorare onde evitare eventuali trasgressioni di tali ordinanze? (Ricordiamo che essendo queste ultime riferite all’emergenza epidemica non rientrano in questioni sanabili mediante la Procura Federale ma in eventuali sanzioni penali). Ovviamente i Presidenti di circolo, gli stessi che, comunque, hanno potuto consentire già da venerdì 8 maggio la ripartenza delle attività sociali di tennis in singolare limitatamente ai campi all’aperto e su tutte le superfici. Tutto ciò, conviene ripeterlo una volta di più, seguendo tutti i protocolli che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi tempi. Ora, stando così le cose, a mio avviso, ad oggi la condotta tenuta dalla nostra Regione suggerisce come la ripartenza del tennis in Lombardia non sia tesa a sbloccare la nostra categoria, ovvero quella degli insegnanti. Così come altre figure professionali pare proprio che anche quella dei Maestri di tennis debba pazientare ancora un po’ prima di poter riaprire i battenti. Non dobbiamo dimenticare, però, il contesto generale in cui stiamo vivendo, ovvero una sorta di Babele amministrativa che tra evoluzione giornaliera del Covid-19, decreti del Presidente del Consiglio, autonomie regionali in materia di legiferazione (come sancito dall’art. 116 dell Costituzione), sta portando quotidianamente gli insegnanti di tennis (e, ribadisco, non solo) a controllare, come in una sorta di bollettino di guerra, quali novità lavorative li coinvolgono: premessa, la mia, atta a sottolineare come probabilmente, in base a quanto detto dal Ministro per lo sport Vincenzo Spadafora lunedì 11, a partire dal 18 potremmo assistere allo sblocco delle attività motorie di gruppo. Sblocco, quest’ultimo, il quale, secondo la mia visione, non potrà e non dovrà trasformarsi in una riapertura indiscriminata di tutto quanto era l’attività tennistica (e sportiva in generale) prima della serrata del 9 marzo; ripartenza, la nostra, che viste le premesse mi auguro si attenga alle linee guida emanate dalla Fit sotto forma di consigli prima-durante-dopo il gioco. Auspico, una volta di più, che tutte le realtà tennistiche della nostra provincia possano ripartire con la giusta gradualità entro i limiti concessi dall’ultima Ordinanza della Regione Lombardia».