La ripartenza della moda: “Siamo pronti, ma sarà un’incognita”

MANTOVA Se per i locali di ristorazione è ancora tutto molto incerto, per le attività commerciali la data del 18 maggio è praticamente sicura per scelta, tra l’altro, del Governo. Al tal riguardo, però, precisa, il presidente di Regione Lombardia,  Attilio Fontana : un elemento che aspettiamo, da ormai tre settimane, è accordo governo sindacati per dilazionare orario riapertura delle attività. Più ancora della riapertura delle attività il vero problema è trasporto pubblico locale. Il tempo inizia a essere molto stretto”. Insomma in un modo o nell’altro il via dovrebbe esserci anche perchè i negozianti scalpitano e vogliono tornare a lavorare, anche perchè due mesi e mezzo di chiusura hanno messo in seria difficoltà tutto il settore che tenta, ma con grande fatica, di rialzare la testa. «Siamo non pronti, di più – ha detto la titolare del negozio di abbigliamento “Cioccolata” di piazza Mantegna,   Antonella – . E’ già tardi, siamo veramente in una situazione che non ha precedenti. Apriamo, speriamo, a maggio con la stagione primaverile belle che andata e con quella estiva incerta. La gente solitamente in questo periodo ha già iniziato ad acquistare capi estivi ed quindi l’abbigliamento prettamente primaverile non va più. Senza contare che saremmo già pronti, anzi è già tardi, a fare le ordinazioni per la stagione autunno-inverno 2020-2021, ma c’è un grosso problema: con cosa li paghiamo? Se per quasi tre mesi non abbiamo guadagnato in cassa non abbiamo soldi. E’ un cane che si morde la coda. Senza contare che non possiamo più di tanto fare sconti, perchè, come detto, il guadagno della merce che venderemo ci serve per pagare la stessa e per le utenze. Speriamo che la gente capisca anche per quel riguarda le linee che dovremmo seguire per quanto riguarda i presidi sanitari». Proprio per quanto riguarda le linee giuda inerenti al comportamento che il negoziante deve tenere nei confronti della clientela, non c‘è ancora nulla di chiaro. L’orientamento, pare, per i locali piccoli, sotto i 40 metri quadrati, è permettere l’ingresso ad un solo cliente alla volta. Se la porta del negozio è unica ci si dovrà assicurare che i clienti non si incrocino. Se ci sono due porte, una verrà destinata all’ingresso, l’altra all’uscita. «Abbiamo una call conference a tal riguardo proprio giovedì con esperti che ci spiegheranno come sanificare la merce», spiega   Ingrid , titolare del negozio “16” di via Calvi. Vende scarpe, borsette e accessori tutto made in Italy e avrebbe dovuto inaugurare ad inizio marzo e invece l’arrivo del Covid l’ha messa in stand-by. «Apro con tanta voglia di rivincita – dice -. Sono pronta a tornare a lavorare anche se non sarà facile per tanti motivi e primo fra tutti la mancanza di chiarezza da parte delle istituzioni sia per quanto riguarda la parte commerciale che quella economica. Qualcuno, purtroppo, si aspetta di acquistare merce scontata perchè dicono “visto il momento”. Ma noi dobbiamo pagare fornitori, bollette, tasse e altro ancora. Ribadisco, non sarò facile ma si deve comunque ripartire». (s. )