Calcio – Il Mantova festeggia la Serie C

MANTOVA Mica semplice celebrare una promozione ai tempi del post-Covid, con ristrettezze e precauzioni annesse. Ci è riuscito con buona volontà il Mantova, ieri sera, con una cena organizzata al Golf Club di Curtatone (al cui proprietario è stata donata una maglia autografata da tutta la squadra). Degna chiusura di una stagione che più anomala non si può. Una festa di classe con la “C” maiuscola, in omaggio alla categoria finalmente riconquistata. Di classe nel senso di sobria, necessariamente riservata a dirigenti, calciatori, staff tecnico e dipendenti, ma preclusa ai tifosi per ovvi motivi. Di questi tempi di più non si poteva fare.
Assente patron  Maurizio Setti, impegnato al Bentegodi per Verona-Napoli, erano presenti il presidente  Ettore Masiello e il suo vice  Gianluca Pecchini. Non potevano mancare gli allenatori  Gianluca Garzon e  Matias Cuffa, mentre tra i calciatori l’adesione è stata quasi completa. Anche il Comune di Mantova ha inviato il suo rappresentante: il vicesindaco  Giovanni Buvoli. Prima uscita pubblica, tra risate e commozione, per il medico sociale  Enrico Ballardini, uno che il Covid l’ha conosciuto da vicino e pure vinto. Un clima disteso e rilassato ha pervaso la serata, tra un piatto di risotto e la gigantesca torta (offerta da Noahlity) che ha concluso l’evento. A menare le danze alla consolle il novello dj  Alberto Mascotto.
Chi si aspettava annunci roboanti è rimasto deluso. Masiello e Pecchini si sono limitati a congratularsi con la squadra per il traguardo raggiunto. «Mantova ha bisogno di questi scenari», ha sottolineato Masiello. «Una promozione meritata sul campo – gli ha fatto eco Pecchini – che dà dignità all’intera città». Buvoli ha sottolineato come per Mantova, capitale della cultura, «fosse fondamentale fare riemergere la “cultura calcistica”», impresa riuscita con merito all’Acm. «Il Comune farà la sua parte al fianco della società», ha aggiunto il vicesindaco. A parlare in nome della squadra è toccato poi a  Cristian Altinier.
Bocche cucite sulle questioni più scottanti legate al futuro. Ma, in fondo, poco male. Il senso della serata di ieri era puramente (auto)celebrativo, com’è giusto che fosse dopo troppo tempo vissuto in inquietante isolamento.