GOVERNOLO La marcia nei play off della Governolese è inarrestabile. Domenica scorsa si è imposta in rimonta, grazie al poker di bomber Akinbinu, sul campo del Cantù San Paolo. E adesso ha un piede e mezzo in Promozione. Per completare l’opera le basterà pareggiare la prossima sfida casalinga contro i bergamaschi del Lallio. «Con Cantù siamo partiti arrancando – racconta capitan Marco Garutti – il viaggio è stato massacrante e ci ha stancati, per questo all’inizio eravamo un po’ sottotono. Il gol subìto al quarto d’ora ci è servito da sveglia e da lì in poi non c’è stata più partita. Grazie al cambio di modulo e a qualche dritta del mister siamo riusciti a chiuderla sul 4-2».
Domenica, come detto, al Vicini arriverà il Lallio per l’ultima fatica stagionale. «E’ una squadra tosta ed esperta – avverte Marco – ha una buona struttura fisica, con due/tre elementi di spicco e attaccanti forti e rapidi. Dobbiamo prepararci ad un’altra battaglia, dal primo all’ultimo minuto. Dovremo essere ancora più concentrati e cinici per evitare di commettere errori che potremmo pagare a caro prezzo. Prepareremo la partita come abbiamo sempre fatto: testa libera e massimo rispetto dell’avversario. Non abbiamo nessuna paura e timore, anche perché saremo al completo visti i rientri di Visentini e Pini che ci daranno una grossa mano. E poi giochiamo in casa». «E’ stata una stagione strana – dice ancora il capitano della Gove – prima dell’arrivo di mister Melara ci mancavano equilibro e unione. Dobbiamo molto all’allenatore, che ha fatto un super lavoro e piano piano, gara dopo gara, siamo riusciti a risalire la china. Ora ci giochiamo la Promozione nell’ultima partita dei play off. E’ stato un bel percorso, forte ed emozionante, ma anche con qualche incidente. Prima di essere un gruppo, siamo una famiglia: maggiore è il divertimento e migliori sono i risultati». «Il mio futuro è una grande incognita – conclude Marco – non nego mi siano arrivate delle offerte, ma ho il massimo rispetto per la Governolese. Non ho ascoltato nessuno perché in primis voglio parlare con la società quando la stagione sarà conclusa. Questa è casa mia, qui sono cresciuto e ho vestito questi colori per la prima volta nel 2008 nella Juniores, per poi passare in prima squadra dopo qualche mese. Porterò sempre nel cuore questa squadra e per me esserne capitano è sia un onere che un onore. Far parte dei Pirati non è per tutti, ma non c’è squadra migliore di questa».