MANTOVA – Nell’estate del 1964, sulle spiagge della Versilia s’intrecciano le vicende di un gruppo di giovani villeggianti. I protagonisti principali sono Paolo (Angelo Cannavacciuolo) e Marina (Marina Suma), due fratelli napoletani ingenui e sognatori, e Luca (Jerry Calà) e Felicino (Christian De Sica), milanesi burloni e viziati. Tra avventure, scherzi, balli al ritmo delle canzoni dell’epoca e fraintendimenti, nascono anche flirt, sentimenti veri e delusioni. Poi l’estate finisce. I personaggi si ritrovano dopo 18 anni. “Sapore di mare”, la pellicola cult del 1983 firmata da Carlo (scomparso nel 2018) ed Enrico Vanzina torna al cinema per un solo giorno.
Un film sulla nostalgia del tempo passato, certamente, nondimeno – per ammissione dello stesso Enrico Vanzina – nata con l’obiettivo di raccontare nel film la crescita dei protagonisti, la nascita dei loro amori e le prime delusioni perché finivano. E poi analizzare il primo difficile rapporto con i genitori, contravvenire alle regole di mamma e papà che dicevano quasi sempre no. Azzeccatissimi i personaggi, partendo dalla splendida Virna Lisi nei panni della signora Adriana, interpretazione che le valse il David di Donatello e il Nastro d’argento come migliore attrice non protagonista. A fare da intelaiatura all’estate italiana, perfettamente raccontata nel film diventato un simbolo della spensieratezza e delle emozioni di un’epoca ormai lontana, è la leggerezza (solo a tratti) ma principalmente la nostalgia dolceamara e quel velato romanticismo che aveva come naturale appendice le lettere spedite a settembre e le telefonate al numero fisso quando ancora erano freschi i ricordi delle vacanze. Vale quello che, nel film, Adriana (Virna Lisi) dice a suo figlio: «Ai nostri tempi ballavamo i lenti per avere un contatto fisico. Ci batteva il cuore! Mi sembra di ricordare che ci batteva il cuore!». O il biglietto che Luca (Jerry Calà), in preda ai rimpianti sulle note di Celeste nostalgia di Riccardo Cocciante, lascia a Marina (Marina Suma): «Questo biglietto vale per tutte le lettere che non ti ho mai scritto. A proposito, sei sempre la più bella».
Matteo Vincenzi