ALTO MANTOVANO – La scorsa settimana, a Esenta, si è svolta una delle tante iniziative messe in campo da attivisti e comitati per esprimere la più netta posizione di contrarietà rispetto all’ipotesi di creare un depuratore gardesano a Lonato, e proprio nella succitata località e, scongiurarne così il progetto come paventato, invece, dalla cabina di regia del ministero dell’ambiente. Ospite dell’assemblea pubblica Gianluca Bordiga, presidente della “Federazione delle associazioni che amano il fiume Chiese ed il suo lago d’Idro”: «Concepire di trasferire da un corpo idrico ad un altro, ovvero dal Sarca-Garda-Mincio al Chiese, la depurazione dei reflui è soprattutto un atto di prepotenza e di una certa violenza morale e ambientale verso il nostro fiume, ed è ancora più grave, oltre al fatto che è ingiusto il principio», spiega Bordiga. Che poi aggiunge: «Il Chiese ha una portata notevolmente inferiore rispetto a quella del Mincio, e non è in grado di assorbire perennemente quel 40% circa di depurazione gardesana che vorrebbero introdurre. A lungo andare andrebbe verso la morte biologica, oltre alla gravità del principio di aver concepito questa intenzione. Perché il Lago di Garda – ribadisce – dovrebbe essere un esempio internazionale anche sulla depurazione dei reflui, e potrebbe farlo con dei bandi da sottoporre alle migliori università, invece di assistere passivamente a questa lite che si annuncia annosa e che sta già generando grave sperpero di denaro pubblico. Il depuratore deve restare a Peschiera».