Cooperativa Santa Lucia fa lezione nella sede mantovana dell’Università di Brescia

All’Università degli Studi di Brescia, nelle aule della sede della Fondazione UniverMantova a Mantova, martedì 14 gennaio si è svolta una lezione-testimonianza per le e gli studenti del primo anno del Corso di laurea in Economia e gestione aziendale del Dipartimento di Economia e Management, dedicata alla gestione delle cooperative sociali. Su invito della docente Simona Franzoni, Arianna Spazzini e Massimo Zucchi, rispettivamente presidente e vicepresidente della Cooperativa Santa Lucia di Asola, hanno raccontato la loro esperienza professionale e umana all’interno di un’impresa cooperativa, illustrando a un gruppo di giovani come questo tipo di organizzazione sia fondata sul contributo di capitale e di lavoro di soci e socie. La vera differenza con un’azienda for profit sta nel fatto che indipendentemente dalla quota di capitale che ognuno investe, tutte hanno lo stesso potere decisionale che possono esprimere attraverso il voto e che i profitti, inoltre, vengono reinvestiti per il bene collettivo. Alla loro relazione si è unita quella Enrica Michelacci, consulente del lavoro dello studio EQ di Mantova, che ha affrontato il tema del trasferimento d’azienda e delle tutele dei lavoratori.

Arianna Spazzini, presidente e responsabile delle risorse umane di Santa Lucia, ha raccontato che la cooperativa di Asola ha come missione quella di accogliere le richieste delle aziende – dai servizi di pulizie alla ristorazione, dagli incarichi amministrativi alle consulenze – realizzando l’incastro perfetto tra il lavoro da svolgere e le persone più adatte per farlo e offrendo un’occasione di riscatto a chi è a rischio di emarginazione sociale e lavorativa. Dal punto di vista del contratto di lavoro, la presidente ha sottolineato come, nel passaggio di un appalto da un altro gestore a Santa Lucia, la cooperativa garantisca sempre l’assunzione del personale come tutela del diritto al posto di lavoro.

«Ho precisato alle e agli studenti del corso che la maggior parte delle persone non ha idea di cosa sia una cooperativa sociale, e tende a confonderla con un’associazione. Al contrario, si tratta di un’impresa e dal punto di vista della gestione generale ne ha tutte le peculiarità» racconta Spazzini. «Ho visto spalancare gli occhi di fronte alle cifre del fatturato. Poiché una cooperativa sociale rientra nel Terzo settore, le persone la vedono come un’attività di volontariato. Ovviamente non è così. C’è tantissima professionalità alla base, ma c’è anche l’aspetto del mutualismo e della solidarietà. Sono le due anime della cooperazione che convivono e la rendono un ambito tanto affascinante e vitale per la nostra economia».

Per ogni studente questa è stata l’occasione di apprendere come le cooperative sociali di tipo B – che si occupano di inserimento al lavoro di persone con fragilità secondo la legge 381/1991 – coprano un’ampia quota del mercato del lavoro e quindi possano essere un ambito interessante a cui guardare dopo la formazione universitaria.

È l’esperienza vissuta in prima persona da Massimo Zucchi, vicepresidente di Santa Lucia e responsabile del controllo di gestione, che ha raccontato come nel corso dei suoi studi si sia avvicinato alla cooperazione sociale interrogandosi sulle possibilità di un’economia più equa. «Ho scoperto all’epoca, cioè alla fine degli anni ’90, la realtà della nascente Banca Etica ed è stato il mio argomento di tesi di laurea. Poco dopo ho fatto il servizio civile, che sostituiva ancora il servizio di leva, in un centro diurno per persone con disabilità a Parma. Nella cooperazione ho trovato quello che stavo cercando. Il sociale è diventato l’ambito di azione in cui mettere a frutto le mie conoscenze sulla gestione di un’organizzazione. Vorrei che sempre più giovani manager potessero vedere il Terzo settore come un campo in cui sperimentarsi, trovare soddisfazione e dare il proprio contributo.»