MANTOVA Rompe il silenzio la famiglia Corneliani a seguito delle dichiarazioni del co-ceo di Investcorp Hazem Ben-Gacem rilasciate in Comune l’altro ieri e riportate dal sindaco Mattia Palazzi e dai referenti sindacali. La dinasty del prestigioso marchio motiva con una nota le ragioni che l’hanno indotta a presentare ricorso presso il tribunale di Brescia a tutela del brand e dell’azienda rilanciando sulle accuse mosse nei propri confronti, e adducendo ragioni di merito nella gestione da parte della nuova governance, ritenuta causa del malessere in cui versa la maison virgiliana.
Intanto, pesa sui partner di Investcorp – che nel 2016 hanno acquisito il 51% del capitale azionario – una inadempienza in termini di investimento: 20 milioni di aumento di capitale finalizzati a investimenti, che mai però sono stati versati, se non nella misura insufficiente di 3 milioni. «È solo a fronte di questo impegno de l Fondo (Investcorp), espressamente riportato nella delibera di aumento di capitale adottata dall’assemblea il 20 giugno 2016, che Cristiano e Corrado Corneliani hanno accettato, senza percepire alcun corrispettivo, la richiesta di Investcorp di assumere il controllo di diritto della società. Nello stesso momento, il figlio di Corrado, Stefano, è entrato in azienda e ha investito ulteriore capitale». Benefici? Nessuno.
La famiglia, sottintende la nota dei Corneliani, ci ha rimesso solo in termini di leadership, cedendo un’azienda sana (nel 2015 la società fatturava 114 milioni con un Ebitda positivo di 2 milioni, e disponeva di risorse finanziarie superiori a 35 milioni), col risultato che «Investcorp ne ha gravemente pregiudicato il valore negli ultimi tre anni (12 milioni di perdite nel 2018)». E dopo essersi impegnato a investire 20 milioni, «Investcorp ne ha versati solo una minima parte e tuttora, nonostante le sue responsabilità e le gravi conseguenze subìte dall’azienda e da tutti gli stakeholders, non mostra disponibilità a onorare fino in fondo e in tempi rapidi il proprio impegno». Impensabile a questo punto prevedere il ritiro del ricorso, tanto auspicato dai sindacati.