MANTOVA Per il perito dell’accusa non ci sarebbe una relazione tra il diabete di cui soffriva la madre e il distacco della placenta che causò la morte della bimba che portava in grembo, mentre per i periti della difesa il distacco della placenta era assolutamente imprevedibile. Un punto importante a favore delle difese quello segnato nell’udienza di ieri del processo che vede imputati per l’accusa di omicidio colposo sette medici dei reparti di Ostetricia e Ginecologia del Carlo Poma di Mantova. Si tratta di Daniela Bonato, Alberta Gavioli, Giampaolo Grisolia, Alessandra Ollago, Solidea Palin, Tatiana Tessari e Filomena Veltri. Secondo l’accusa sarebbero responsabili della morte di Abdola Filahi, nata e deceduta il 7 settembre 2013. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, il 3 settembre una nordafricana residente a Piubega era stata indirizzata all’ospedale di Asola per la minaccia di un parto pre-termine (era alla 30ª settimana) e da lì era stata trasferita a Mantova. Il 6 settembre venivano registrati i primi segni di sofferenza del feto ormai in carenza di ossigeno. I medici avrebbero quindi optato per il cesareo nella tarda serata del 7 settembre, con colpevole ritardo, secondo l’accusa. Giovedì prossimo saranno sentiti in aula i 7 imputati.
Neonata morta: le perizie scagionano gli imputati
La madre soffriva di diabete, ma non ci sarebbe relazione con il decesso