MILANO (ITALPRESS) – “Non mi pare che sia opportuno che uno stato membro come la Francia, con la seconda linea di aumento della casistica dopo la Spagna, prenda un’iniziativa unilaterale non concertata a livello europeo che ovviamente dovrà avere delle implicazioni per quanto riguarda i controlli di confine”. Lo ha detto a Tribù, su Sky TG24, il direttore aggiunto dell’OMS Ranieri Guerra commentando la decisione della Francia di ridurre a sette giorni la quarantena.
“La giustificazione fornita del Governo francese – ha spiegato – prescinde in qualche misura dall’evidenza scientifica e dalla valutazione medica, perchè dà una considerazione socio-antropologica per così dire. La questione è che in Francia la quarantena non è mai stata obbligatoria ma con adesione volontarie e quindi la valutazione che hanno fatto i francesi è che con i quattordici giorni l’adesione volontaria non resiste, quindi piuttosto che perdere tutti hanno preferito dimezzare così ritengono di riuscire a mantenerne in quarantena più di adesso”.
L’ipotesi di ridurre a dieci giorni la quarantena in Italia “è un’alternativa – ha spiegato Guerra – che era già stata presentata al ministro Speranza con una posizione già presa da qualche settimana dell’Oms che ha fatto una valutazione di quale sia il rischio. Siamo di fronte a due rischi: tenendo il criterio del doppio tampone si rischia di tenere in quarantena persone non più infettive, ma che hanno semplicemente l’espulsione di pezzi virali che tamponano positivamente ma non sono indicatori di contagiosità. Dall’altra parte abbiamo il rischio calcolato che usando il criterio clinico proposto dal’Oms cioè dieci giorni dall’inizio della sintomatologia più tre giorni senza sintomatologia, che è il criterio migliore secondo me, dove abbiamo una proporzione di persone possibilmente infettiva che viene rilasciata. In un contesto come il nostro in cui la curva si alza ma si alza molto marginalmente è possibile adottare il criterio clinico. Siamo però di fronte alla riapertura delle scuole, che ci darà comunque un’impennata della casistica. Non vuol dire che andiamo in una situazione di rischio maggiore o di pericolo”, ha aggiunto Ranieri Guerra.
(ITALPRESS).
“La giustificazione fornita del Governo francese – ha spiegato – prescinde in qualche misura dall’evidenza scientifica e dalla valutazione medica, perchè dà una considerazione socio-antropologica per così dire. La questione è che in Francia la quarantena non è mai stata obbligatoria ma con adesione volontarie e quindi la valutazione che hanno fatto i francesi è che con i quattordici giorni l’adesione volontaria non resiste, quindi piuttosto che perdere tutti hanno preferito dimezzare così ritengono di riuscire a mantenerne in quarantena più di adesso”.
L’ipotesi di ridurre a dieci giorni la quarantena in Italia “è un’alternativa – ha spiegato Guerra – che era già stata presentata al ministro Speranza con una posizione già presa da qualche settimana dell’Oms che ha fatto una valutazione di quale sia il rischio. Siamo di fronte a due rischi: tenendo il criterio del doppio tampone si rischia di tenere in quarantena persone non più infettive, ma che hanno semplicemente l’espulsione di pezzi virali che tamponano positivamente ma non sono indicatori di contagiosità. Dall’altra parte abbiamo il rischio calcolato che usando il criterio clinico proposto dal’Oms cioè dieci giorni dall’inizio della sintomatologia più tre giorni senza sintomatologia, che è il criterio migliore secondo me, dove abbiamo una proporzione di persone possibilmente infettiva che viene rilasciata. In un contesto come il nostro in cui la curva si alza ma si alza molto marginalmente è possibile adottare il criterio clinico. Siamo però di fronte alla riapertura delle scuole, che ci darà comunque un’impennata della casistica. Non vuol dire che andiamo in una situazione di rischio maggiore o di pericolo”, ha aggiunto Ranieri Guerra.
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