“Prima la salute”, nuovi scioperi in vista nelle principali aziende

corneliani

MANTOVA Giornate frenetiche per il settore produttivo mantovano, soprattutto per quei lavoratori che non rientrano fra coloro che si possono fermare nell’ambito delle misure prese dal governo per contenere la diffusione del coronavirus. Scioperi, stati di agitazione, misure e dotazioni di sicurezza, ammortizzatori sociali, ferie e permessi speciali… C’è molta preoccupazione fra i lavoratori, e se ne fanno partecipi i sindacati che confermano di voler mantenere la linea dura.

Dalla Flai Cgil, che cura il settore produttivo dell’agroalimentare (uno di quelli che non si può proprio fermare) il segretario provinciale Marco Volta spiega: «Abbiamo fatto il giro un po’ di tutte le aziende e questa è la situazione. Alla Barilla di Castiglione hanno iniziato ad adottare i dispositivi di sicurezza necessari. Alla Levoni di Castellucchio stanno riducendo l’orario scaglionando il personale. Anche alcune aziende della macellazione stanno adottando le misure di sicurezza previste nel decreto. Alla Nutriamo di Castiglione, seppur con difficoltà abbiamo ottenuto garanzie sulla dotazione dei dispositivi di sicurezza. Abbiamo tuttavia situazioni difficilmente controllabili, come i caseifici». Già alcune realtà minori hanno chiesto la cassa integrazione per far fronte al ridimensionamento delle commesse: «È il caso della Mantova Gnocchi di Sermide che ha chiesto di poter usufruire della Cigs per 8 settimane. Forno Francicorta, ex schiacciatine San Giorgio, ne ha chieste 4. Purtroppo non siamo in grado di avere chiara percezione di quanto sta avvenendo in aziende, anche grandi, prive della rappresentanza sindacale, come Pata e Amica Chips». Complessa e in evoluzione la situazione del settore metalmeccanico, come spiega il segretario di Fiom Cgil Marco Massari: «Alla Belleli abbiamo proclamato uno sciopero di 3 ore oggi (ieri, ndr) perché l’azienda non parla con noi e non considera le nostre idee e proposte per migliorare la situazione dal punto di vista della sicurezza. Lunedì vedremo come agire, ma confermiamo lo stato di agitazione. Alla Marcegaglia stiamo discutendo sulle misure di sicurezza da adottare. Alla Zanotti di Pegognaga – continua Massari – si sta discutendo per capire la prossima settimana chi va a lavorare su base volontaria. All’Iveco si è svolto un incontro con le Rsa e i delegati per capire se e come ripartire lunedì. Alla Cosme di Roverbella e alla Unical di Castel d’Ario stanno valutando di chiudere utilizzando gli con ammortizzatori sociali». “È solo l’inizio. Metteremo in campo tutto quello che serve per tutelare la salute di tutti i lavoratori, sia nelle aziende sindacalizzate -da cui molte abbiamo avuto un primo apprezzato riscontro- sia di quelle che non lo sono. Capiremo con i provvedimenti delle prossime ore come continuerà la nostra azione a partire da lunedì, ma di sicuro non ci fermiamo qui. Siamo pronti a segnalare ogni violazione e Prefettura, Procura e ATS. La questione centrale è una e non si faranno sconti: tutti i lavoratori devono essere messi nelle condizioni di poter essere sicuri sul proprio posto di lavoro” ha detto il segretario Filctem Cgil Michele Orezzi.