Il fascino delle stazioni ferroviarie. E il grande problema dei parcheggi

MANTOVA Quel mattino era proprio mattina presto. Destinazione Verona da Suzzara. Fermo in stazione a Mantova, inverno, freddo, fiato che gelava. Sbuffavano treni che passavano lenti sui binari che non vedevo. Non vedevo nemmeno la stazione di Mantova: eravamo fermi all’ingresso sud, dalle parti del cavalcavia di Belfiore. Eppure, la stazione faceva fascino anche se non la vedevo. Nella foschia e nella fantasia le colonne, il portico, gli altoparlanti, la voce che solitaria annunciava treni in arrivo, in partenza in ritardo. Fine anni Settanta, giovinezza sulle rotaie. Attorno alle stazioni c’è sempre una città nella città, più o meno grande, più o meno sicura. A Mantova come a Lecce, a Roma come a Bolzano. A Mantova negli ultimi mesi ci sono i lavori del cantiere che riattizzano il traffico, già particolare, attorno alla stazione ferroviaria. Traffico che a volte diventa ingorgo. Il problema è proprio questo: arrivare e partire in auto da una stazione ferroviaria non è proprio semplice, a volte è complicatissimo, a volte quasi impossibile. La domanda è ricorrente: perché abbiamo fior di parcheggi gratuiti per i cinema multisala e i centri commerciali e non per gli ospedali e le stazioni? Mah! Che strane gerarchie del bisogno! Non scomodiamo la piramide di Maslow. Devo penare per trovare un parcheggio per andare in ospedale a trovare un parente o amico malato o per partire in treno, e magari pagare fior di euro, mentre posso comodamente parcheggiare a cento metri dall’ingresso del centro commerciale o dalla multisala. Perché è giusto invitarci ad andare in treno ed evitare traffico su asfalto e ingorghi in autostrada ma sarebbe anche sacrosanto garantirci e aiutarci di arrivare in stazione in auto se siamo distanti e non possiamo andarci a piedi, in bici o in bus. Buon senso, non strategia particolare. Viva le stazioni, viva i treni ma aiutateci a viverli per bene e magari a prendere il treno con comodità e magari arrivare a destinazione nell’orario promesso, o annunciato. Mondo dei sogni? Per Mantova il problema della raggiungibilità con i treni è storico e lancinante. Siamo ancora a quasi tre ore da e per Milano. Tre ore e frantumi di minuti per Roma. Che Dio ci aiuti! Ma anche arrivare in stazione, e non solo a destinazione, è un gran problema. Milena Gabanelli mi diceva che pur arrivando in stazione in biciletta spesso non c’era nemmeno un posto per una ruota.

Un colpo al cerchio e un colpo alla botte. Povero cerchio, speriamo nella botte buona. Certi modi di dire dicono molto dei modi. Oggi diamo un colpo al cerchio del problema dei parcheggi in area stazioni ferroviarie e sappiamo bene che a Mantova è una continua emergenza. Poi damo un colpo alla botte, più o meno piena, sperando nella mobilità intelligente per le vacanze di Natale.

I due fatti si incontrano quando una coppia, una famiglia, un single deve partire per un viaggio e arrivati dalle parti di una stazione ferroviaria non sa dove mettere la macchina. Cominciamo da qui: se volete far aumentare l’utilizzo dei treni fate in modo che i passeggeri arrivino comodamente alle stazioni di partenza (e di arrivo) dei treni regionali, locali, alta velocità, spaziali che siano, e che possano lasciare la macchina nei paraggi non a dieci chilometri, in tutta sicurezza e comodità e costi non spaziali. E anche che sia previsto uno spazio consono adeguato moderno per consentire alle decine di persone al minuto che devono e vogliono passare a prendere il proprio congiunto che torna da un viaggio, il proprio figlio che torna da un Erasmus, o da una trasferta di calcio, senza creare quegli intasamenti che spesso vediamo proprio davanti alle stazioni tra semafori, strisce violate, doppie e triple file proprio nelle imminenze di un arrivo o di una partenza.

Le Grandi Stazioni di Roma, Milano, Firenze hanno risolto con parcheggi sotterranei o i vicini silos, e con aree di fermata più o meno veloce a qualche centinaio di metri.

Le piccole stazioni, come quella di Mantova, invece sono letteralmente affogate e assediate dalle auto nei momenti clou. E se è affogata lei la stazione sono stressati e spazientiti i cittadini che non vanno in stazione per fare una gita ma per il bisogno di lasciare o portare un congiunto, un parente, una figlia che parte o aspettare gli stessi che arrivano.

Ricordo un giorno piazza don Leoni del capoluogo Virgiliano sembrava un parcheggio stipato da area stadio per un derby con auto di traverso, a spina di spese quasi sulla strada, auto con muso sul bordo del marciapiedi e via elencando.

I trasporti e la mobilità sono un diritto del cittadino: Perché dobbiamo renderlo così duro, ostacolato? Perché non si vede il bisogno conclamato della mobilità? Ripeto fino alla noia o allo stordimento: perché si fanno parcheggi gratuiti per centinaia di auto vicino ai centri commerciali e ai cinema e non attorno agli ospedali e alle stazioni?

Se volete che pendiamo i treni fate i treni adeguati e dateci anche la possibilità di arrivarci e partirci senza l’ansia di non sapere dove mettere l’auto o chi ci ha portato. Come diceva il mitico collega Carlo Accorsi. “Agh voel i parchegi, an pudema mia metasla in bisaca la machina”. Ci vogliono i parcheggi, non possiamo mettercela in tasca la macchina. Saggezza.

Ammesso che riusciamo ad arrivare ad una stazione o in un aeroporto dove andiamo, vediamo dove potremmo andare in queste feste di Natale e Capodanno. Ecco scodellate dai siti di tendenza del turismo le località che fanno molto atmosfera. In Italia sono gettonate le città rinomate per i mercatini di Natale un vero richiamo universale e un business spaziale e quindi Bolzano, con le casette e le bancarelle di piazza Walter, Verona con la scenografia unica e mondiale di piazza Bra e dell’Arena , l’imperiale Levico, e poi le vie e le piazze di Trento o Rovereto. E ovviamente le bancarelle nostrane in piazza Virgiliana o in giro sotto i portici. Nella vicina Europa vanno sempre alla grande la magia di Budapest e di Vienna e da un po’ di stagioni hanno preso piede le atmosfere dei borghi dell’Alsazia, Francia come Colmar o Wissembourg o Albè. Rimangono mete molto richieste anche le Berlino, Norimberga, Stoccolma e Copenaghen. Molte conferme anche per Marocco in particolare Marrakech, Canarie e Valencia in Spagna e Madeira per il Portogallo.

Ovviamente c’è anche chi va a Bali, Indonesia, e Melbourne Australia. Poi ci sono gli eterni affezionati del Natale a New York perché l’albero del Rockefeller Center e gli schermi di Times Square non possono mancare. Cavalese e Vipiteno, Badia e Gardena ma anche gli Appennini e luoghi francescani che non fanno mai male.

Voglia di partire. A patto ovviamente che arriviamo in stazione.