Vitelli a carne bianca, il Covid-19 mette in ginocchio il settore

MANTOVA Fra i mercati agricoli messi in ginocchio dal Covid-19 c’è quello dei vitelli a carne bianca, un comparto d nicchia in Italia, con meno di 500.000 animali allevati, eppure importante canale di valorizzazione dei vitelli maschi nati da bovine da latte. Dal periodo di confinamento – rileva Coldiretti Mantova – il prezzo è crollato, passando da 5,20-5,30 euro al chilogrammo a peso morto della fase precedente al lockdown a 3,50 euro, che in alcuni casi scivolano anche fino a 3 euro al chilo.

“Il settore è entrato in crisi per la chiusura di mense scolastiche, blocco dell’export, chiusura del canale horeca, che per il vitello a carne bianca significa da solo la metà dei consumi – spiega Gabriele Negrisoli di Asola, che alleva circa 7.500 capi e che, comunque, sta valutando un potenziamento aziendale entro il 2021, confidando in un’inversione di rotta -. Si sono fermati anche il quinto quarto e le pelli. Sono fiducioso, ma è dura”.

Conti alla mano, la perdita per animale è di almeno 150 euro, col rischio di estendere anche oltre l’abisso dei costi, per i rincari delle materie prime.

Giuseppe Moretti alleva circa 1.000 vitelli a carne bianca a Gonzaga e nel giro di qualche settimana ha visto i listini deprimersi di oltre il 30 per cento.

“Stiamo subendo anche le pressioni del sistema produttivo olandese, di gran lunga i primi in Europa per numeri – precisa Moretti -. Hanno aumentato inspiegabilmente le macellazioni e, dal momento che il mercato è saturo, congelano il prodotto, pur sapendo che ad oggi non sono previsti aiuti all’ammasso per ii vitelli a carne bianca”.

L’appello dei produttori è quello di consumare carne 100% nata, allevata e macellata in Italia, consigliando a ristoranti e consumatori di acquistare vitello a carne bianca Made in Italy.

Fabio Carnevali alleva circa 1.400 vitelli all’anno a Volta Mantovana e lamenta le stesse dinamiche: prezzi sgonfiati in tempi record, esportazioni azzerate o comunque in lenta ripresa, costi di produzioni in aumento. Un mix che rende impossibile, in questa fase, lavorare serenamente. “Così è difficile”, ammette.

Anche Livio Cauzzi, titolare di una stalla a Goito con 1.000 vitelli a carne bianca, attende la ripresa. “La vedo difficile se non ripartiranno i consumi, non riapriranno i ristoranti e non sosterremo la filiera italiana con forza – dichiara -. Il consumatore guarda il prezzo, ma la vendita finale è rimasta invariata. Quando il vitello costava 5 euro al chilo, il filetto era venduto nella gdo a 23 euro; adesso è lo stesso prezzo”.