A Piazzalunga il Muro di Berlino raccontato dalle foto di Gianni Bellesia

SUZZARA Dopo tanto peregrinare in lungo e in largo, la mostra “Oltre i muri della memoria” è arrivata a Suzzara, al centro culturale Piazzalunga, con l’inaugurazione avvenuta ieri durante la giornata di “Porta un amico in biblioteca”. Una mostra originale, interamente curata e realizzata dal fotografo mogliese Gianni Bellesia, che raccoglie numerose Polaroid scattate durante i giorni della caduta del muro di Berlino. «Poco più di trent’anni fa – spiega Bellesia – io e una delegazione di abitanti di Pavullo nel Frignano, comune montano del modenese, assieme al sindaco e al frate cappuccino Padre Sebastiano Bernardini, siamo partiti alla volta di Berlino per recuperare alcuni frammenti del muro, sia del lato ovest che del lato est, per inserirli in un presepe, come segno di pace e fratellanza, realtà nascente nella Berlino di allora e auspicio per il futuro». Un viaggio tutt’altro che semplice, tra difficoltà politiche e burocratiche, ma che ha portato alla realizzazione dell’impresa: davanti alla porta di Brandeburgo, nella zona est della capitale tedesca, il capo delle guardie di confine donò alla delegazione un pezzo di muro di Berlino, da aggiungere a quello che gli stessi avevano staccato, con mazza e scalpello, nella parte ovest. Il militare fu poi invitato a Pavullo per inaugurare il presepe nel convento di padre Bernardini proprio nei mesi successivi alla spedizione. La raccolta di scatti Polaroid realizzati da Bellesia fu poi presentata nel 1990 alla galleria fotografica “Il Diaframma”, zona Brera a Milano, epicentro di artisti e intellettuali della città meneghina; fu un successo, un successo che prosegue ancora oggi, con svariate esposizioni, l’ultima delle quali, prima di Suzzara, al museo Ligabue di Gualtieri. «Sono tutte fotografie uniche e irripetibili, senza i filtri e i ritocchi di oggi. Soprattutto, credo che testimonino perfettamente il senso di vicinanza e pace che si percepì in quella spedizione e del quale, onestamente, se ne sente il bisogno ancora oggi» continua il fotografo, illustrando la mostra che resterà istallata fino a fine mese al Piazzalunga.
Federico Bonati