Abusi edilizi nella sala scommesse chiusa per mafia

MANTOVA – A far partire gli accertamenti amministrativi della Polizia Locale era stata la segnalazione di alcuni genitori di alunni della vicina scuola primaria Martiri di Belfiore che lamentavano la vicinanza, a meno di 500 metri, dell’istituto scolastico frequentato dai propri figli con una sala scommesse di recente apertura. Nello specifico il locale in questione altro non era che la sala slot di viale Partigiani, balzata poco dopo alle cronache locali per una interdittiva antimafia firmata dall’allora prefetto di Mantova Sandro Lombardi. Una vicenda quella poi approdata in un aula di tribunale circa l’ipotesi di reato di abusi edilizi in qualche modo antecedente a quella ben più complessa da un punto di vista investigativo e scaturita in seguito tramite diversi provvedimenti di interdizione nei confronti di società “fantoccio ” riconducibili alla criminalità organizzata calabrese. Proprio una di queste società, la “Strike srl”, era risultata dai sopralluoghi della Polizia Locale intestataria della licenza commerciale dell’esercizio di viale Partigiani con legale rappresentate Carlo Pezzo, quarantenne originario di Vibo Valentia e arrestato dai carabinieri a novembre 2019 nell’ambito dell’operazione “Cerbero” per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Da quei controlli, effettuati a gennaio 2018, erano infatti emerse diverse violazioni di legge in materia edilizia. In particolare la contestazione riguardava i lavori eseguiti dalla Strike srl circa il cambio di destinazione d’uso dell’attività, da commerciale a sala slot, effettuati dallo stesso Pezzo senza il necessario permesso di costruire. Motivo per cui lo sportello unico del Comune di Mantova aveva, tramite ordinanza, revocato la licenza alla sala giochi e bloccato l’operatività della società che l’aveva in gestione, segnalando altresì il tutto alla procura per abusi edilizi. Ieri mattina, davanti al giudice Enzo Rosina, è quindi entrata nel vivo l’istruttoria dibattimentale del processo instaurato a Pezzo, con l’escussione testimoniale di un commissario del comando di viale Fiume impegnato all’epoca nel coordinare i vari sopralluoghi ispettivi effettuati all’interno della sala scommesse di viale Partigiani.