Anoressica dopo un soggiorno-studio in Usa: risarcita

MANTOVA – Quando è tornata da un soggiorno-studio negli Stati Uniti è risultata affetta da anoressia. Per questo motivo i genitori di una 17enne hanno fatto causa alla società che aveva organizzato il soggiorno della ragazza, e nei giorni scorsi il tribunale di Mantova ha depositato una sentenza in cui condanna la società organizzatrice del viaggio a risarcire sia i genitori che la ragazza rispettivamente con 9.500 e 12mila euro. Nelle motivazioni della sentenza il giudice ha scritto che durante il soggiorno negli Stati Uniti, durato circa 6 mesi, la 17enne «ha iniziato a diventare selettiva nella scelta del cibo, iniziando a ridurne le quantità» mentre frequentava sempre più assiduamente delle palestre. Secondo l’accusa, mentre era negli Stati Uniti la giovane avrebbe intrapreso un vero e proprio «percorso di super attività fisica e dieta»; questo percorso le sarebbe stato suggerito dalla “madre statunitense”, ovvero la donna della famiglia cui era stata affidata per tutto il periodo del suo soggiorno, tanto che quando era tornata a casa pesava solo 45 chili contro i 61 prima della sua partenza. Tutto ciò senza che la “madre statunitense” si avvedesse di questo cambiamento e avvertisse i veri genitori delle problematiche che erano sorte, ovvero della selettività della giovane riguardo al cibo e della sua mania per il fitness. Una volta tornata in Italia, la ragazza si è dovuta sottoporre a un percorso di cura in una struttura del Veronese grazie al quale ha potuto ristabilirsi completamente. I genitori, invece hanno intentato una causa civile nei confronti degli organizzatori del soggiorno-studio, titolari di una società che ha sede a Treviso, perché toccava proprio a loro selezionare le persone cui affidare gli studenti durante la loro permanenza all’estero. Il tribunale di Mantova ha accolto buona parte delle richieste della famiglia, condannando la società trevigiana a risarcire con 12mila euro la ragazza e con 9.500 euro i suoi genitori.