Anziana trovata morta in casa a Roverbella, domani il genero davanti al gip per la convalida dell’arresto

ROVERBELLA – Mantova È fissato per domani l’interrogatorio di convalida dell’arresto di Enrico Zenatti, il 54enne di Roverbella, finito in manette due giorni fa con la pesante accusa di aver assassinato la suocera Anna Turina, 73 anni. L’uomo, dalla tarda mattinata di venerdì ristretto nella casa circondariale di via Poma con l’accusa di omicidio volontario, verrà quindi sentito sulla vicenda di sangue che lo ha portato in custodia cautelare, dal giudice per le indagini preliminari Beatrice Bergamasco. Nel frattempo nella giornata di ieri si è tenuto altresì un primo colloquio in carcere tra l’indagato e il proprio difensore nominato d’ufficio, l’avvocato Silvia Salvato. All’arresto in quasi flagranza del 54enne, si era giunti all’esito di serrata attività d’indagine, coordinata dalla Procura virgiliana, che in poco meno di 24 ore aveva consentito di individuare il soggetto ritenuto gravemente indiziato di essere il responsabile dell’efferato delitto. La vittima era stata rinvenuta senza vita nella propria abitazione di largo Puccini, a Malavicina di Roverbella, nel tardo pomeriggio di giovedì. A lanciare l’allarme il figlio dell’anziana, Paolo Savoia; ma una volta giunti sul posto ai soccorritori del 118 non era rimasto altro da fare che constatare il decesso della donna, anche se, in tale contesto, diverse si erano rivelate le circostanze sospette, rispetto ad un’ipotesi di morte naturale conseguente ad un incidente domestico. Motivo per il quale erano stati fatti subito intervenire anche i militari dell’Arma della locale stazione unitamente ai colleghi di Castel d’Ario. La pensionata era stata trovata riversa ai piedi di una scala, con ferite da taglio, inizialmente fatte ricondurre a frammenti di una lastra di vetro smerigliata, verosimilmente da lei stessa infranta nella caduta. Ma determinati particolari caratterizzanti la scena criminis, non avevano convinto del tutto i primi investigatori; per questo erano stati allertati gli specialisti del Reparto Operativo e del Nucleo investigativo di via Chiassi. I conseguenti rilievi, con l’intervento sul posto del sostituto procuratore Fabrizio Celenza e del medico legale, avevano quindi confutato ogni dubbio di sorta, stabilendo nel giro di poche ore, che il decesso non poteva essere compatibile con un fatale malore o una caduta accidentale ma bensì, le lesioni riportate dalla vittima, sul corpo e soprattutto al capo, altro non potevano che ricondursi ad una azione delittuosa volontaria di un soggetto terzo.