Bancarotta: una condanna e due assoluzioni

MANTOVA Secondo quanto sostenuto dall’accusa, avevano omesso di annotare nei libri giornali dell’azienda, poi fallita, i debiti relativi a cartelle di pagamento per un ammontare di circa tre milioni e mezzo di euro. Sul banco degli imputati erano così finiti Annamaria D’Alessandro, 55enne originaria di Chieti e Luigi Esposito, 70 anni di Viadana. Il giudice per l’udienza preliminare Gilberto Casari nel 2018 li aveva rinviati a giudizio entrambi per bancarotta fraudolenta documentale. La D’Alessandro, in concorso con Rosa Chiericati, (anch’essa poi finita a processo) in qualità di amministratore unico della Walrosa srl, azienda con sede in via Aroldi a Viadana specializzata in costruzione e compravendita di immobili e dichiarata fallita nel 2011, era accusata di aver tenuto le scritture contabili in modo da rendere impossibile la ricostruzione del patrimonio, omettendo di annotare la vendita di tre immobili a Luigi Esposito. Inoltre sempre secondo gli inquirenti si erano resi responsabili della distruzione del libro dell’adunanza dei soci relativo ai finanziamenti. Ieri mattina l’epilogo giudiziario di primo grado della vicenda. Il collegio dei giudici, a conclusione dell’istruttoria dibattimentale, ha condannato la legale rappresentante dell’azienda fallita a due anni di reclusione e mandato invece assolti gli altri due imputati per non aver commesso il fatto.