Bufera alla Camera per i 600 euro: Dara, che non parla, pare sia fra i percettori dell’indennità del lockdown

MANTOVA Uno dei tre parlamentari leghisti percettori dei 600 euro da alcuni media nazionali e non (tra questi Open.online e MantovaUno) hanno parlato “genericamente” di un deputato del carroccio “mantovano”, di uno del sud e di una donna. Quindi di un renziano e di un pentastellato. Se le quattro persone dipinte a tinte fosche possono essere equivocate nel mucchio, molto meno lo è il deputato leghista “mantovano”, che non lascia dubbi di interpretazione. Non può che trattarsi, infatti, se le indicazione dei media siano attendibili, del castiglionese  Andrea Dara. Il quale in tutta la giornata di ieri non ha corrisposto all’invito di fare chiarezza.
Forse la situazione è delicata, al punto che non sono pochi nello stesso carroccio a chiedere l’espulsione di chiunque, oltre al lauto stipendio di parlamentare, si è voluto portare a casa il bonus Inps da 600 euro. Persino il lider maximo Matteo Salvini  non è parso dispensatore di clemenza in queste ore.
Ma ufficiosamente la questione potrebbe pur sciogliersi come neve al sole se le motivazioni date da alcuni autorevoli parlamentari trovassero riscontro. Bastava infatti avere una partita Iva nella propria attività extra parlamentare per giustificare la richiesta del titolare (nel frattempo eletto in parlamento). Il tutto dietro richiesta partita “in automatico” dal commercialista di riferimento, il quale potrebbe avere fatto cumulo di pratiche per tutti i suoi clienti con partita Iva. Del resto, chiunque ne avesse una, sarebbe stato in credito nei confronti dello stato per la chiusura forzata di tre mesi. Nel caso di Dara, la sua azienda, lasciata in mano ai familiari a causa degli impegni istituzionali, avrebbe avuto pieno titolo per accedere al bonus. E poiché il titolare dell’azienda è lui, a chi, se non a lui, avrebbero dovuto intestare il contributo – peraltro insignificante in relazione al danno economico subito?
Queste le versioni espresse da alcuni politici, che vanno a mitigare il risentimento popolare, in attesa di conoscere con certezza nomi e cognomi, e relative giustificazioni da parte degli interessati.