Discarica vicino al Parco del Mincio, condanna per Mantovagricoltura

MANTOVA Condannati al pagamento di un’ammenda da 20mila euro ciascuno circa il singolo capo d’imputazione della lavorazione in sito di scorie da inceneritore. Questo quanto deciso dal giudice Arianna Busato nel confronti di Ferdinando e Piergiorgio Burato (quest’ultimo con pena sospesa), rispettivamente legale rappresentante e delegato ai rifiuti di Mantovagricoltura. I due erano finiti a processo unitamente ad altre tre persone, tra cui il legale rappresentante della società Famac (oltre quindi ai due stessi soggetti giuridici) in quanto accusati a vario titolo di reati ambientali ed edilizi nonché di illeciti amministrativi. Una vicenda, quella conclusasi ieri, dopo un lungo iter processuale durato quasi quattro anni, risalente al 2016, quando un’operazione delle Fiamme Gialle aveva permesso di rinvenire nei terreni della Famac a Rodigo, 137mila tonnellate di materiale inerte stoccate dall’altra società finita nell’inchiesta in quanto affittuaria dell’area. L’inchiesta era partita dopo una segnalazione del Comune di Rodigo, che aveva eseguito campionamenti di percolato, riscontrando anomale concentrazione di metalli pesanti. Nel corso delle ultime udienze le parti civili costituite, vale a dire Parco del Mincio, Comune di Rodigo e Provincia di Mantova, avevano avanzato le proprie richieste risarcitorie. In particolare l’ente di Palazzo di Bagno aveva chiesto un risarcimento di 25mila euro per danni patrimoniali, più 100mila euro di danni d’immagine oltre ad altri 50mila euro di danni morali, mentre il Parco del Mincio aveva preteso a sua volta 15mila euro di danni patrimoniali e altri 30mila euro di danni all’ambiente. In loro favore il giudice ha quindi stabilito rispettivamente un indennizzo a titolo risarcitorio pari a 20mila e 15mila euro, oltre a provvisionali immediatamente esecutive di 10mila e 7.500 euro. Inoltre in qualità di responsabile civile Mantovagricoltura è stata condannata al pagamento di un’ulteriore sanzione da 125mila euro, per i cumuli di rifiuti stoccati in sito; altri 80mila euro invece verranno confiscati a titolo di profitto di reato. Disposto inoltre il contestuale dissequestro con relativo ripristino (sgombero e pulizia delle varie aree) delle pertinenze aziendali a suo tempo sequestrate. In requisitoria, il pubblico ministero aveva invece chiesto 3 anni per Ferdinando Burato e 2 anni e 10 mesi per gli altri imputati, mentre la posizione di Natale Previdi, legale rappresentante di Famac, era stata stralciata per morte. (loren)