I nostri luoghi tra anima e cuore nel ricordo delle vittime di Ustica

San Benedetto Po nel Mantovano oppure Montespertoli nel Chianti?  Pietraperzia in Sicilia, provincia di Enna, o Ceresole Reale in Piemonte? E il Parco di Ustica a Bologna? Cosa sono? Luoghi dell’anima. E della memoria nel caso del nome dell’isola che ha dato il nome del tragico evento.  Come tanti altri in questo straordinario pezzo di mondo che si chiama Italia ma un po’ più speciali. Fuori ma soprattutto dentro.

Luoghi dell’anima perché quando ci arrivi, o quando soltanto li pensi, ti batte il cuore. E ti senti a casa o semplicemente più contento. Luoghi veri e dell’immaginario come  la Vigata di Montalbano o Ravello, Costiera Amalfitana, per tanti scrittori e poeti e pure per un mito della sociologia che è Domenico De Masi.

 

Tutti noi abbiamo un paese del cuore, un posto dell’anima, e il bello è che possono essere due o dieci e non si fanno concorrenza perché si armonizzano dentro e armonizzano noi.

Poi ci sono i luoghi della memoria che sono più metafisici che fisici e quando sono fisici sono allo stesso tempo metafisici e straordinariamente evocativi. Uno di questi è a Bologna e ricorda le vittime di Ustica, le vittime dell’aereo abbattuto e caduto in mare vicino a quell’isola che ha dato il nome alla strage. Le vittime di Ustica, tra cui anche mantovani, ha adesso un luogo di ricordo anche a Mantova.

 

Lo ha comunicato la stessa Associazione per il ricordo delle vittime di Ustica. Un nuovo spazio per continuare a coltivare la memoria di uno dei più tragici eventi della storia del nostro Paese: alla vigilia dell’anniversario numero 44 della strage di Ustica – era il 27 giugno del 1980 quando il DC-9 Itavia fu abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea precipitando in mare e causando la morte delle 81 persone a bordo – il Comune di Mantova ha dato il via libera all’intitolazione di un giardino in città dedicato alla memoria della strage. Una decisione presa all’unanimità dalla Giunta Comunale, che “condivide con le Associazioni la necessità di mantenere viva la memoria per conservare costantemente l’attenzione degli italiani su questa tragica vicenda”, come si legge nel testo della Proposta di Delibera di Giunta dello scorso 27 maggio. Cinque dei passeggeri a bordo del DC-9 Itavia erano di Mantova, a cominciare dalle sorelline Tiziana e Daniela Marfisi, rispettivamente di 5 e 10 anni: non è un caso che il luogo individuato per il nuovo “Giardino per le vittime della strage di Ustica” sia nella zona di Valletta Paioloil quartiere dove risiedevano le due piccole vittime. Così come Alberto Bonfietti, fratello di Daria, Presidente dell’Associazione parenti delle vittime della Strage di Ustica da lei fondata nel 1988 per continuare a reclamare una verità che ancora non è stata raggiunta nella sua interezza. E ancora Rita Guzzo e Lorenzo Ongari: proprio a Mantova la sorella di Lorenzo Ongari, Emma, ha fondato negli anni Novanta il “Comitato mantovano per la verità sulla strage di Ustica” che attraverso iniziative culturali in città e provincia ha contribuito e contribuisce alla memoria e alla ricerca della verità.

Il giardino va ad arricchire la geografia dei luoghi della memoria di Ustica, a cominciare dal Museo per la Memoria di Ustica di Bologna dove è conservato il relitto del DC-9, attorno al quale sorge, in dialogo con esso, l’installazione permanente dell’artista francese Christian Boltansky. E ancora il “Muretto di Andrea”, nel Parco della Zucca, dove il Museo sorge, dedicato alla memoria del giornalista Andrea Purgatori, scomparso un anno fa, che alla strage di Ustica dedicò gran parte della sua vita di giornalista.

Il Parco della Zucca ospiterà, dal 27 giugno al 10 agosto, la XV edizione di Attorno al Museo, la rassegna organizzata dall’Associazione parenti delle vittime della strage per continuare a riflettere sull’evento attraverso la cultura. Teatro, musica, poesia e danza saranno come ogni anno le protagoniste della manifestazione, che vedrà la partecipazione di artisti e intellettuali di fama nazionale, che presenteranno al pubblico opere originali realizzate per l’occasione.

Luoghi di cuore, posti dell’anima. E il bello è che non per forza debbono avere scorci eccezionali, monumenti straordinari o tele e quadri di autori importantissimi ma basta una rocca, una pietra, un monumento un ricordo,  un’ombra su un prato, un dolce colle, uno spicchio di cielo e tutto ci diventa intimo e globale, intenso e vaporoso, commovente e dilatato.

 

Sguardi magici del luogo e della mente. Dobbiamo imparare a scoprire i luoghi dell’anima per scoprirci il cuore che abbiamo a portata di mano. Sono luoghi dell’anima perché anche il luogo più apparentemente banale o scontato ha un’anima.

Una cascina abbandonata, un rudere di una chiesa, un duomo imponente, un prato verde e una terra zollata tutta nera, un canale di acque verdastre o azzurrissime e una roccia dietro un campanile sono emblemi di luoghi del cuore. Facile e naturale avere luoghi dell’anima come Vieste o Livigno, Maiori o Pinzolo, San Vito lo Capo o il passo Pordoi, più bello trovare luoghi del cuore meno famosi. Provate ad andare a San Benedetto Po con l’anima che cerca il cuore e vedrete la piazza, la facciata della basilica, l’argine sul Po con occhi diversi.

Alzate improvvisamente gli occhi da quell’orizzonte medio basso a cui ci siamo abituati -tipo un metro e quaranta- e buttiamo lo sguardo a un due metri e mezzo e vedremo altro, non solo capitelli e guglie ma anche atmosfere e colori nuovi.

Un bell’esercizio da fare in vista dei viaggi e delle vacanze dell’estate. Provate a socchiudere gli occhi in piazza a Montespertoli e ad aprirli piano piano sulla facciata colorata dei due orologi. Sentirete pure il sapore dell’olio e del vino, sapore del Chianti. Non accontentiamoci dell’immagine conosciuta, stereotipata, standard ma entriamo con passione nella magia del borgo soprattutto quello meno noto, meno famoso, meno pubblicizzato,  tutto da scoprire, tutto da esplorare.

 

Il luogo dell’anima è il borgo anche conosciuto ma intimamente inesplorato, anche dietro casa tua, anche oltre l’argine, anche dietro la curva. A proposito, quante meraviglie improvvise puoi trovare dietro una curva!

Dalle Marche alla Calabria, dall’Alto Adige alla Venezia Giulia, ci sono luoghi dietro la curva che aspettano solo di farsi scoprire.  E amare.  Attraverso un ricordo di felicità e talora anche con la memoria di un dolore.