Mazzette per evitare controlli agli amici, stangato ex finanziere

MANTOVA Sei anni di reclusione, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la confisca, a titolo di rifusione, della somma indebitamente percepita. Questo quanto deciso ieri dal collegio dei giudici nei confronti di Maurizio Urban, l’ex tenente colonnello della Guardia di Finanza di Reggio Emilia, condannato per induzione indebita a dare o promettere utilità secondo quanto disciplinato dall’articolo 319 quater del codice penale. In sostanza, come contestatogli dalla procura – che per lui aveva chiesto 8 anni – è stato riconosciuto colpevole di aver intascato 30mila euro da due imprenditori suoi conoscenti, per permettere a questi di evitare, o quanto meno di indirizzare a loro favore, un accertamento fiscale nella loro azienda da parte delle Fiamme Gialle.
Nello specifico la fattispecie di reato cui era chiamato a rispondere, in concorso con gli stessi titolari della società tessile interessata dal controllo (rispettivamente marito e moglie: il primo uscito dal giudizio per morte, la seconda condannata 2 anni), atteneva il reato del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio che, abusando della propria qualità o delle proprie funzioni, induca qualcuno a dare o promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità anche di natura non patrimoniale. In tale caso di specie i fatti, a vario titolo a loro ascritti, risalivano al maggio del 2018 quando, stando al quadro accusatorio, l’accordo tra le parti era stato scoperto dagli stessi colleghi del finanziere. Tra i primi a comparire sul banco dei testimoni, in apertura d’istruttoria, anche l’ex comandante della tenenza delle Fiamme Gialle di Suzzara che all’epoca avevano sia effettuato dapprima l’accertamento fiscale nella sede dell’azienda a Quistello e quindi, una volta emersa l’ipotesi di corruzione, svolto le indagini a carico degli imputati. In sede dibattimentale era stato lo stesso ex militare – per sette anni altresì dirigente del Comune di Mantova nonché, per un breve periodo, comandante provinciale della Finanza virgiliana – a rendere la propria versione.
Stando alla sua dichiarazione, i contatti tra lui e la coppia di coniugi erano avvenuti in maniera del tutto casuale tramite un proprio amico di famiglia, cugino della coimputata, che aveva chiesto per la parente la possibilità di poter ottenere copia della documentazione redatta dai finanzieri durante il controllo in azienda al fine di poter chiudere i conti della società.