I paradossi della Turchia

MANTOVA  Un’invasione territoriale, non c’è dubbio, ma anche un attacco a un modello sociale e politico democratico. Questo rappresenta la guerra che la Turchia ha scatenato contro la città siriana di Rojava, amministrazione autonoma della Siria del Nord Est considerata dai nazionalisti curdi una delle quattro parti del Kurdistan. A parlarne oggi, giovedì 14 novembre, nella sede Cgil di Mantova in Sala Motta, sono intervenuti, introdotti dal segretario generale della Cgil di Mantova Daniele Soffiati, Fabio Ghelfi, responsabile delle relazioni internazionali della Cgil Lombardia, e Hazal Koyuncuer, rappresentante della Comunità Kurda di Milano. In collegamento skype sono intervenuti la giornalista e scrittrice Orsola Casagrande, autrice di diversi libri sulla questione kurda, e Ali Can Heyva Sor di Mezzaluna Rossa. Hazal Koyuncer ha ripercorso la storia del popolo curdo fino all’ottobre del 2019 quando il governo Erdogan ha deciso di attaccare Rojava per farne una zona cuscinetto fra la Turchia e la Siria.

“Il nord est della Siria – ha spiegato Koyuncer – è l’unica zona della Siria in cui si vive in maniera pacifica e democratica. A oggi gli interventi del governo turco continuano e la salvaguardia dei popoli del nordest della Siria è questione di tutta l’umanità. In questo momento ci sono migliaia di persone arrestate in Turchia, si tratta di attivisti e parlamentari dell’Hdp e del Partito Democratico dei Popoli. Oggi Serekaniye, ad esempio, è una città vuota dove le case sono state abbandonate dopo gli attacchi con armi chimiche e al fosforo bianco da parte del governo turco. La comunità kurda mobilitata dal primo giorno di attacchi contro Rojava. In italia i kurdi sono pochi, ma fin dai primi attacchi turchi siamo scesi in piazza per chiedere solidarietà e l’intervento immediato del governo italiano”