Violenza sessuale e sequestro di persona, ma la grande accusatrice snobba il tribunale

MANTOVA  – Si è conclusa con un rinvio al prossimo 10 ottobre e un ordine di accompagnamento coattivo della presunta vittima emesso dal giudice, l’udienza di un processo che vede due marocchini accusati di violenza sessuale e sequestro di persona. La vicenda per la quale lo scorso febbraio sono finiti in manette Abdellatif El Hachimi, 20 anni, e Mustapha Belghiti, 45 anni, è accaduta a Quingentole. Secondo quanto ricostruito dall’accusa, la presunta vittima, una 25enne italiana che dal dicembre 2021 conviveva con Belghiti, si sarebbe allontanata con circa 3mila euro che appartenevano al marocchino. Questi l’aveva rintracciata qualche giorno dopo, ma dei soldi non c’era più traccia. Allora il 45enne avrebbe portato la ragazza nella sua abitazione di Quingentole tenendola segregata finché non avesse restituito i soldi. Dopo un paio di giorni la 25enne era riuscita a scappare ed era andata dai carabinieri dicendo di essere stata anche violentata. Ieri è stata sentita la dottoressa che aveva visitato la giovane, la quale ha confermato le percosse ma ha riferito di non avere ravvisato segni di violenza sessuale.