L’europarlamentare Fidanza ospite nella sede di Fratelli d’Italia

MANTOVA  Ieri pomeriggio il capogruppo al parlamento europeo Carlo Fidanza è stato ospite nella sede di Fratelli d’Italia a sostegno della lista meloniana e del candidato sindaco del centrodestra Stefano Rossi. Ad accoglierlo c’erano il portavoce provinciale Alessandro Beduschi e alcuni membri del direttivo provinciale, tra cui Paola Mancini e Salvatore Scalia, oltre che a tutto il gruppo di Gioventù Nazionale. «Abbiamo voluto qui l’amico Fidanza – ha esordito Beduschi – perché oltre a conoscere bene il nostro territorio, è un politico concreto che conosce perfettamente i meccanismi dell’Ue. Mantova, come del resto tutto il Paese, ha un estremo bisogno di una delle poche cose positive che queste tremenda emergenza sanitaria ha sbloccato: i soldi dell’Europa per il rilancio, specie per sanità e infrastrutture. Il problema è che chi sarà chiamato a gestire questi fondi dovrà avere una visione a 360°, con progetti mirati. Per questo urge un cambiamento, altrimenti continueremo a ritrovarci con un governo che sperpera i soldi per l’acquisto di monopattini e banchi girevoli, e un sindaco che li utilizzerà per consolidare il proprio progetto di fare di Mantova una piccola “prigione” rinascimentale». Parole alle quali s’è subito agganciato l’on. Fidanza, che alla luce del suo ruolo di capo delegazione di Fratelli d’Italia al parlamento Europeo si è concentrato soprattutto sulla situazione del settore produttivo in un contesto sovranazionale, toccando tematiche molto care agli imprenditori mantovani come quello della contraffazione e del mercato sleale: «Fratelli d’Italia è un partito organizzato e strutturato che lavora in sintonia coi territori per il bene di tutti, non come la sinistra che guarda solo agli interessi del proprio elettorato di riferimento. In Europa – ha rimarcato – abbiamo assunto una posizione realistica nei confronti del dibattito su tutti questi fondi che dovrebbero “pioverci” in testa, anche se come sappiamo la realtà è ben diversa. Avevamo chiesto di mettere in campo queste risorse immediatamente, ora scopriamo che non arriveranno prima del 2021, quando ormai tante attività e imprese avranno chiuso, e tanti posti di lavoro saranno andati persi. Un cambiamento è necessario per ridare ossigeno vitale ad un Paese che non merita l’esecutivo inadeguato che si ritrova; e dovrà partire dalle nostre città».

Matteo Vincenzi