Luci rosse in zona rossa: multe a lucciole e clienti

MANTOVA – Dalla zona rossa alla zona a luci rosse. È in quest’ultima zona che gli agenti della questura di Mantova sono andati a fare dei controlli mirati durante i quali hanno trovato scoperto sei alcove multando per il mancato rispetto delle norme anti-Covid le sei donne che ci lavoravano e tre clienti. Per tutti la sanzione è stata di 400 euro (280 se viene pagata entro cinque giorni). Per le sei lucciole sono ora in corso indagini per verificare se siano stati commesse violazioni di carattere penali che puniscono l’induzione, il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione. Per i tre clienti l’unico problema è tenere nascosti alle rispettive mogli i motivi della multa se non la multa stessa. Il sesso mercenario ai tempi del Covid, quello che secondo le statistiche era praticamente scomparso con la pandemia. Secondo una fonte autorevole come Escort Advisor il settore del sesso a pagamento ha avuto un crollo del fatturato del 94%. Ci sono state quelle che si sono rivolte alla Caritas, quelle che hanno chiesto il sussidio mentre chi ha potuto ha continuato a fare il più antico mestiere del mondo da remoto. Ma alla fine da un mondo sommerso come quello della prostituzione hanno cominciato ad affiorare segnali decisamente eloquenti, quali invitanti annunci pubblicitari online, corredati di fotografie, relativi a prestazioni di massaggi ed attività simili. Se non è possibile trovare delle lucciole per strada è dunque possibile trovarne nelle alcove. È stato così che nei giorni scorsi gli agenti della Polizia di Stato hanno fatto irruzione in sei appartamenti a luci rosse dove si prostituivano altrettante ragazze di età fra i 35 e 45 anni. Due italiane, una romena, una dominicana, una brasiliana ed una cinese, queste ultime presenti regolarmente sul territorio nazionale, che ricevevano i clienti in appartamenti che sono stati individuati nel centro di Mantova, a Porto Mantovano, a Motteggiana ed a Castiglione delle Stiviere. In tre di questi c’erano tre clienti, tutti mantovani, tra 50 e i 55 anni, che non hanno avuto modo di giustificare i motivi per cui erano in giro fuori dal comune di residenza a “far visita” a persone sconosciute. Il segnale che il questore di Mantova Paolo Sartori ha voluto mandare è quello che non possono essere tollerate iniziative ed attività che, oltre a non essere regolamentate e, spesso, contigue a fenomeni di carattere criminale, pongono in atto potenziali ed assai pericolose modalità di trasmissione del virus.