Mafia nigeriana, latitante in manette

Bloccato un 42enne. Blitz dei carabinieri

MANTOVA I carabinieri lo hanno fermato mercoledì scorso in via Parma, a due passi da una sala giochi ubicata tra i territori comunali di Mantova e Borgo Virgilio. Un normale controllo di routine sfociato alla fine in arresto. A finire in manette infatti è stato A.E. un 42enne nigeriano, risultato latitante da mesi. Su di lui, dallo scorso 19 novembre, pendeva un mandato di cattura internazionale emesso dal tribunale ordinario di Torino. I reati che gli vengono addebitati parlano di associazione a delinquere di stampo mafioso, immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. In sostanza, l’uomo è accusato di essere un elemento di spicco della cosiddetta “mafia nigeriana”, un’organizzazione criminale dedita per lo più al traffico di stupefacenti, allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina e della prostituzione. Al termine delle formalità di rito l’uomo è stato condotto nella casa circondariale di via Poma a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’operazione è scaturita nell’ambito di controlli del territorio effettuati dall’Arma de Carabinieri. Una volta individuato il 42enne i militari insospettiti hanno quindi provveduto ad approfondire gli accertamenti sul suo conto determinandone così la cattura. La persona era risultata ricercata sia in ambito nazionale. La mafia nigeriana è un fenomeno molto attivo in Italia e può contare su migliaia di affiliati. In alcuni casi si hanno veri e propri clan, organizzati in modo gerarchico e caratterizzati da un’affiliazione di natura tribale o dovuta a barbari riti di iniziazione. In altri casi invece, si hanno dei sottogruppi organizzati soltanto per un determinato affare od obiettivo e caratterizzati quindi da una maggiore “flessibilità” interna. Droga, riciclaggio di denaro sporco, prostituzione, e dagli anni 2000 anche il racket della tratta di esseri umani: la mafia nigeriana mette le mani ovunque e si ramifica anche all’estero. In Italia oltre che a Torino e più in generale in Piemonte recenti operazioni ne hanno dimostrato la presenza anche in Lombardia, Sardegna, Campania e Veneto.