Maltrattamenti: condannato a 4 anni

MANTOVA – Non solo l’avrebbe riempita di botte più di una volta, ma l’avrebbe anche segregata in casa, finendo per legarla a un calorifero per impedirle di uscire. Un inferno cui una donna mantovana di 40 anni era riuscita a sfuggire un giorno in cui era riuscita ad affacciarsi alla finestra chiedendo aiuto. La fine dell’incubo era arrivata nel luglio dello scorso anno, quando i carabinieri erano intervenuti arrestando il marito violento, un 35enne marocchino con cui la donna abitava a Calvisano, in provincia di Brescia. E proprio dal tribunale di Brescia giovedì scorso è arrivata la sentenza di primo grado del processo per questa vicenda, che ha visto il 35enne condannato a quattro anni di reclusione per le accuse di maltrattamenti, lesioni e sequestro di persona. Pena che l’uomo ha già iniziato a scontare a prescindere dal fatto che la sentenza non sia ancora definitiva. Il 35enne è infatti in carcere dallo scorso luglio, quando era stato arrestato dai carabinieri del comune della bassa Bresciana. Gli episodi di violenza domestica, è emerso poi dalle indagini, sarebbero andati avanti per diverso tempo, durante il quale l’uomo aveva minacciato la compagna usando i due figli per ricattarla. Quando scattarono le manette l’uomo venne accusato di maltrattamenti, lesioni e sequestro di persona. Infatti, in uno di questi episodi la consorte era stata legata a un calorifero con dei cavi elettrici. La 40enne era riuscita ad affacciarsi alla finestra chiedendo aiuto. Sul posto erano giunti i servizi sociali che conoscevano quel drammatico quadro familiare. La donna addosso presentava le ferite e le ecchimosi dovute agli atti violenti del marito, persino il naso rotto. I carabinieri intervenuti sul posto dopo la segnalazione avevano arrestato l’uomo e condotto in carcere. Il 35enne ha anche cercato di farsi concedere i domiciliari, ma sono stati respinti.