Sparatoria fra dominicani a Suzzara: condanne confermate in appello

SUZZARA – Sono state confermare in appello a Brescia le condanne a 8 e 9 anni e otto mesi di carcere inflitte lo scorso 15 ottobre ai due banditi dominicani che il 28 febbraio 2018 a Suzzara avevano sparato a bruciapelo a un connazionale 26enne che viveva tra Viterbo e Terni. Si tratta di Fernando Adames Deivi, 22 anni, Cornelio Tiburcio Abreu, 32 anni, pluripregiudicati domiciliati a Terni. La loro vittima, Marcos Adonis Rosa Jimenez, pochi mesi prima era stata condannata dal tribunale di Viterbo per il porto di un machete che aveva detto di tenere in macchina per legittima difesa in quanto minacciato di morte da alcuni connazionali. I due che gli avevano teso l’agguato erano stati catturati 48 ore dopo la sparatoria a Torino, mentre tentavano di far perdere le proprie tracce. Traditi dalle telecamere della videosorveglianza e dalle mani con sei dita di uno dei due, avevano beneficiato in primo grado dello sconto di un terzo della pena dl rito abbreviato col quale sono stati giudicati presso il tribunale di Mantova. Pesanti le condanne: 9 anni e otto mesi a colui che aveva sparato e 8 anni al complice. La coppia era stata inoltre condannata a versare una provvisionale di 30mila euro alla vittima (in vista di un più cospicuo risarcimento in sede civile), che si è costituita parte civile. I due erano accusati in concorso di tentato omicidio aggravato, detenzione illegale di arma da fuoco e sequestro di persona. Secondo l’accusa, si sarebbe trattato di un regolamento di conti, un agguato premeditato, da parte dei due killer. La vittima è stata colpita all’altezza del torace da un colpo di pistola. L’arma, successivamente ritrovata e sottoposta ad accertamenti balistici dal Ris, è risultata avere sparato anche in occasione di una rapina a mano armata commessa nel 2015 in cui era rimasta ferita una persona. Per quest’ultimo episodio i due sono nuovamente a giudizio davanti al tribunale di mantova. Il processo iniziato ai primi dello scorso marzo è stato poi sospeso per l’emergenza coronavirus.