Manto erboso già secco, ed è scontro sul nuovo Parco Te

MANTOVA Possibile che a due soli mesi di distanza dall’inaugurazione il manto erboso del nuovo Parco Te sia già secco, mentre nell’area attigua dei chioschi il prato si dà rigoglioso e ancora verde? Il problema è stato sollevato giorni fa dal leader dell’opposizione in consiglio comunale Stefano Rossi (Mantova ideale), non senza il sottinteso di lavori eseguiti in difformità dall’esecutore, ossia la Tea.
Ma proprio da Tea arriva la spiegazione tecnica: per il prato del Parco Te è iniziata la manutenzione invernale. «Il 6 novembre, infatti, sono iniziate le lavorazioni di trasemina dei tappeti erbosi – spiega una nota di via Taliercio –. Per resistere al caldo dei mesi estivi, via via sempre più intenso, il servizio verde di Mantova Ambiente ha scelto di seminare una specifica varietà di gramigna (cynodon dactylon “Ibiza”) molto resistente all’afa», ossia una specie “macroterma” con un optimum di sviluppo a temperature comprese fra 18 e 35 gradi. «Il Parco al momento potrebbe apparire “secco” – precisa ancora Tea –, ma queste specie, al di sotto dei 10° vanno in dormienza e disseccano, per poi riprendere la loro attività vegetativa nel periodo primaverile».
Per assicurare la copertura erbosa del parco anche nel periodo invernale Tea sta procedendo con la trasemina di specie microterme, ovvero specie con optimum vegetativo tra i 5 ed i 18 gradi. «Le operazioni consistono in una arieggiatura finalizzata all’eliminazione del feltro presente e alla successiva semina con seminatrice a dischi di un mix di lolium multiflorum a rapida germinazione».
Dunque, è svelato l’arcano? Per Rossi assolutamente no. E ribatte confortandosi con la consulenza di un floricoltore esperto nel campo dei giardini: «Ho sentito un amico che opera nel settore, e mi dice che il prato, lasciato a sé in piena estate tende ad ingiallire, in inverno, ma non senza temperature estreme, che ancora non si sono registrate, tantè che a pochi metri di distanza l’erba è ancora verde. Potrebbero invece esserci problemi di drenaggio – prosegue Rossi –, tanto che nel parco si formano grandi pozzanghere quando piove molto, segno che il fondo sotto il manto erboso non drena l’acqua, forse perché argilloso. Fattori questi, non ben considerati da chi ha eseguito il lavoro. L’arieggiamento del prato poi si fa dopo 2 o 3 anni, non dopo 2 o 3 mesi».