Mantova capitale, ma quale boom? “Ora la pacchia è finita”. L’attacco di Forza Italia alla giunta

Pierluigi Baschieri, Consigliere di Forza Italia
Pierluigi Baschieri, Consigliere di Forza Italia

MANTOVA –

grandi investimenti in cultura non servono, se gli stessi non siano accompagnati da investimenti nella promozione. Queste le premesse delle analisi compiute da  Pier Luigi Baschieri, capogruppo di Forza Italia in Comune, che mette sotto la lente i numeri usciti dal Mibact e dai giornalieri di Palazzo Te per trarre una conclusione di massima: l’anno di Mantova capitale della cultura 2016 non ha avuto la cosiddetta “onda lunga”. Anzi, dal boom di presenze e visite nei principali musei cittadini, si è registrato un progressivo drastico calo in entrambe le strutture, a segno di una mancata e adeguata campagna promozionale.

«I numeri non tradiscono – spiega Baschieri –: in soli due anni, le entrate nei musei cittadini hanno perso almeno 50.000 escursionisti appassionati di arte. Le bellezze del Mantegna e di Giulio Romano non sono in discussione; ad essere messe sotto la lente di ingrandimento sono semmai la qualità di alcune mostre e le scarsa incisività delle politiche di marketing del territorio e di questa amministrazione. Che serva una maggiore promozione della città e maggiori investimenti in comunicazione è sotto gli occhi di tutti. Il vero obiettivo è sconfinare oltre la Lombardia, oltre Veneto ed Emilia Romagna, che da sole valgono almeno il 40% degli arrivi nella nostra città, alimentando quello che viene da molti definito il turismo di prossimità».

Mentre fervono le visite alle due mostre giuliesche del Ducale e di Palazzo Te, Baschieri alza il tiro partendo dai numeri. «È tempo di bilanci sia per Palazzo Te che per il Ducale. L’eredità gonzaghesca che dà lustro alla città da almeno 500 anni, è stata stravisitata nel 2016, anno di Mantova Capitale. Numeri record che hanno dimostrato quanto sia il peso di un titolo nazionale prestigioso per una città di piccole e medie dimensioni come la nostra. Peccato però non essere riusciti a sfruttare appieno l’onda lunga della capitale della cultura. Il tesoretto di immagine accumulato dai nostri musei si sta velocemente erodendo, e stiamo tornando ai numeri del 2015. In due anni si è perso oltre il 20% dei visitatori al Te, e un po’ meno al Ducale. Tutto questo non dice niente agli amministratori?».
Per il capogruppo azzurro non è significativo il dato più volte speso dal sindaco  Mattia Palazzi riguardo al forte incremento di presenze turistiche a Mantova, cresciute del 24% negli anni del suo mandato: «Palazzi precisa Baschieri – sa bene che sta parlando di arrivi, non di turisti in senso pieno. E in ogni caso, sempre attingendo le cifre dal Mibact, si vedono bene i risultati: nel 2017 a Mantova sono arrivati 126.414 turisti. Basta confrontarli con gli arrivi di Verona per avere la misura del fenomeno: là sono 1.142.912».
Confronto sleale, visto che Verona conta su più poli attrattivi? «Niente affatto – puntualizza Baschieri –: i dati dicono che Mantova per la cultura è la città d’Italia che spende di più in cultura rispetto al numero di abitanti: 147,06 euro a cranio noi, mentre Verona 63,81, Venezia 74,33, Brescia 70,9, Bergamo 112,38 e Milano 81,18. Tanti soldi, ma resa poca. Speriamo che a invertire la rotta ci pensi Giulio Romano, visto che questa è la prima vera mostra di qualità nel mandato palazziano, e prima partnership tra i due musei principali della città», conclude Baschieri.