Mantova capofila del progetto Federazione Civica Italiana – Bene Comune

MANTOVA Si è tenuta presso il foyer del Teatro Sociale la presentazione ufficiale nazionale della Federazione Civica Italiana – Bene Comune (FCI-BC).
A prendere parte alla presentazione della federazione civica italiana, Fedora Quattrocchi, presidente della FCI-BC e candidata-consigliere comunale della lista Viva Mantova, Sergio Olivieri, vicepresidente della Federazione e presidente della medesima lista civica, e Roberto Biasotti, candidato sindaco alle prossime elezioni comunali.
Quello che si propongono di fare come Federazione e come lista civica è restituire alla gente “comune” il loro bene, subordinando l’interesse del singolo a quello della comunità. Mettono l’accento sul concetto primario di “bene”, perché lo concepiscono nel senso più ampio del termine, ossia come qualità di vita che vorremmo tutti per noi stessi e per le persone a noi care.
Fedora Quattrocchi spiega che la politica di oggi risente molto di una mancata conoscenza dei problemi reali della gente; parla di incompetenza nell’approfondire le dinamiche che stanno dietro alle difficoltà materiali della comunità. La Quattrocchi ravvisa una preparazione assolutamente inadeguata nei politici e caldeggia pertanto l’assunzione del ruolo di sentinelle per coloro si avvicinano ora alla politica, affinché non esista lobby alcuna e si guardi piuttosto all’interesse generale.
Prende la parola ora Sergio Olivieri, che si esprime in termini di restituzione ai cittadini mantovani del loro proprio territorio; di servizi essenziali che stanno venendo meno e che bisogna implementare nuovamente; di comunicazione trasparente con tutte le amministrazioni. Se Mantova è passata da 70.000 abitanti, negli anni settanta, ai 49.000 di oggi, è perché lo sviluppo economico è andato sempre più inesorabilmente contraendosi.
L’ultimo a parlare è Roberto Biasotti, candidato sindaco per la lista Viva Mantova, che rileva una mancanza di progettualità generalizzata e auspica in questo senso una rinnovata presa di coscienza che risvegli le menti, sempre più spesso stordite da un uso massiccio dei social e dei media.
La gente vuole conoscere la verità, anche se scomoda, e deve sentirsi parte attiva di un meccanismo che funzioni. Si augura una maggiore trasparenza nelle informazioni e una cultura non imposta ma che parta dal basso.