Mantova è una città “sicura”: per questo “rinforzi” ridotti

MANTOVA I “rinforzi” sono stati definiti. E così pure le quote da destinare alle singole province. Parliamo dell’iniezione di divise che il ministero dell’interno ha disposto di soministrare alle realtà ocali più bisognose, dove i quadri di Polizia risultino deficitari. Una promessa del ministro  Matteo Salvini fatta e mantenuta, tanto che il primo contingente è atteso già per il prossimo mese di luglio.
Complessivamente saranno 8.793, fra agenti uomini e donne, che entreranno in servizio effettivo entro il 2023, e in Lombardia complessivamente 465. Ma questa prima tranche dovrà fare conti assai più contenuti. E in base alle richieste pervenute dalle Questure il riparto viene fatto in proporzione e in base alle effettive necessità di rispondere a ragioni di ordine pubblico e di sicurezza. Proprio questa è la ragione che vede da un lato Mantova favorita e penalizzata allo stesso tempo. Infatti, la città virgiliana è quella, fra tutti i capoluoghi lombardi, che vedrà l’arrivo più contenuto: solamente 5 le unità che prenderanno servizio a breve, contro le 90+56 di Milano (a indicare gli scaglioni), 25+36 di Brescia, 11+20 di Pavia, 17+20 di Varese, 10+20 di Monza-Brianza, 20+8 di Lecco, 10+36 di Como, 11+25 di Bergamo, 8+7 di Sondrio, 15 a testa infine fra Lodi e Cremona. Ultima, appunto, Mantova con 5 unità aggiunte.
Molte meno di quelle richieste dalla locale questura a completare la pianta organica, ma evidentemente il quadro di Mantova dipinto al Viminale è di città già “sicura”.