Mobbing, il primario di oncologia respinge le accuse

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MANTOVA – È proseguito ieri, con l’esame tra gli altri dello stesso imputato, il processo per maltrattamenti e abuso d’ufficio instaurato a carico del primario del reparto di oncologia dell’ospedale Carlo Poma, Maurizio Cantore. L’indagine era nata a fine 2015 dopo l’esposto presentato dalle oncologhe Francesca Adami e Maria Beatrice Pisanelli – già escusse un mese fa in qualità di parti civili – in un primo tempo allontanate dal reparto e quindi reintegrate grazie al ricorso presentato al giudice del lavoro, in quanto in disaccordo col primario circa il tipo di terapie adottate su parte dei pazienti. A suscitare tale protesta infatti sarebbe stato l’utilizzo intensivo di pratiche chemioterapiche cosiddette locoregionali anziché di farmaci di ultima generazione. Una volta ritornate in reparto però le due sarebbero state demansionate a scopo ritorsivo con l’assegnazione ad attività di follow-up oncologico, routine questa che non contempla la diagnosi e la cura caratterizzante invece il lavoro dell’oncologo, a cui le due sarebbero state illegittimamente e immotivatamente sottratte. Cantore inoltre avrebbe organizzato le riunioni dei medici di reparto in modo da escluderle dagli incontri. Le sue continue pressioni all’azienda ospedaliera avevano inoltre fatto in modo che sia Adami che Pisanelli fossero trasferite: la prima al reparto di Medicina generale dell’ospedale di Pieve, la seconda alle Cure palliative del Poma. Per quanto concerne invece l’accusa più grave, quella di maltrattamenti, questa si fonderebbe sulle reiterate ingiurie, riportate agli atti, lanciate dal primario alle due professioniste. Nel corso di quest’ultima seduta dunque oltre a Cantore, che davanti al collegio dei giudici ha ricusato ogni accusa a lui mossa, sono stati auditi altresì i consulenti delle parti civili. Il prossimo 5 novembre toccherà invece ai due periti della difesa.