Nomination Tabacci: il centrosinistra è in fibrillazione

MANTOVA «Ho letto l’articolo della Voce di Mantova. Ne riparleremo a luglio». Non conferma ma non smentisce Bruno Tabacci l’eventualità (ribattuta sui vali media) di una sua candidatura alla presidenza della Regione Lombardia per contrastare il centrodestra. Una frase che si presta a una duplice interpretazione: al momento non ci ho pensato (cosa impensabile, dati i ricorrenti rumors), oppure, vediamo come si muovono le cose a livello politico.
Dando per scontato che il quistellese Tabacci un pensierino sul Pirellone ce l’abbia fatto, dato poi che per lui sarebbe oltretutto un ritorno alla “casa madre”, da cui era partita la sua carriera politica negli anni ’80, resta la questione politica, tutt’altro che semplice e scontata.
Sempre da quel che si apprende ufficiosamente, infatti, sembrerebbe che la candidatura di Tabacci alla carica di governatore regionale sia subordinata a certe “quadre” politiche al momento irrisolte. Da un lato, la spinta di Italia viva che ritiene necessario ridisegnare lo scenario politico nazionale accorpando nel progetto una fetta di centrodestra (ovviamente, la parte centrista di Forza Italia) per indebolire la controparte. Dall’altro lato, il Pd di Enrico Letta che non vuole minimamente concedere spazio alla componente renziana, privilegiando semmai il dialogo con i 5 Stelle per contrastare un eventuale Fontana-bis. Nei sondaggi il centrodestra lombardo risulta ancora forte, ma non imbattibile. E proprio su questo si stanno muovendo le segreterie dei partiti.
Quanto alla “opzione Letta”, i primi interlocutori, ossia i pentastellati, risultano possibilisti, ma tiepidi. «Tabacci candidato presidente? Sinora non ne abbiamo parlato – dichiara il consigliere regionale Andrea Fiasconaro, portavoce mantovano del movimento –. Vedremo. Se sui punti salienti delle nostre battaglie il Pd sarà d’accordo (e penso alla sanità o alla Mantova-Cremona), se ne può parlare».