Percolato rosso nelle acque del Mincio, Pro-Gest patteggia e pensa a ripartire

MANTOVA – Da inquinamento ambientale a delitti colposi contro l’ambiente. Riqualificato il capo d’imputazione relativo al percolato di colore rosso delle discariche della cartiera Pro-Gest rinvenuto poi nelle acque del Parco del Mincio e che ieri mattina, in sede d’incidente probatorio, ha visto patteggiare sia il direttore dello stabilimento di via Poggio Reale, Stefano Lucchi, che la società Villa Lagarina spa. Per il primo la pena concordata su proposta delle parti e avallata dal gip Matteo Grimaldi è stata pari a 3 mesi e 16 giorni di reclusione poi riconvertiti in una sanzione pecuniaria di circa 27mila euro. Per quanto concerne invece l’azienda questa è stata multata, circa una sorta di responsabilità oggettiva, per 22mila euro. Un’udienza quella di ieri che dunque, con la definizione degli aspetti penali, segna un passo importante nel percorso riabilitativo della cartiera in un’ ottica di completa ripresa dell’attività industriale, come sottolineato anche dal procuratore speciale di Pro-Gest Carmine Damiano «Abbiamo sempre riposto la massima fiducia nell’autorità giudiziaria che ha saputo valutare la reale portata dei fatti contestati. Innanzitutto, con l’archiviazione di tutte le accuse avanzate nei confronti del presidente del gruppo Bruno Zago, è emersa la sua totale estraneità a qualsiasi comportamento censurabile. Sono altresì decadute le contestazioni più gravi nei confronti del direttore tecnico Lucchi, che ha patteggiato una pena pecuniaria euro per il reato residuo rispetto alla contestazione originaria, quindi un fatto puramente colposo, dovuto al percolato delle discariche ereditate, com’è noto, dalla ex Burgo. Anche la società ha chiuso qualsiasi controversia ottenendo il patteggiato per non aver adottato inizialmente un idoneo modello di organizzazione, previsto dal decreto legislativo 231 del 2001 e che ad oggi è pienamente te operante. Peraltro Villa Lagarina spa ha già nominato un organismo di vigilanza per evitare il ripetersi di tali fatti. Dopo questa sentenza, contiamo di avviare presto l’attività produttiva in un clima più sereno, anche perché stiamo completando le prescrizioni contenute nei provvedimenti autorizzativi, rilasciati con il parere favorevole di tutti gli enti. Sta per prendere finalmente avvio un importante progetto industriale che coniuga perfettamente le esigenze della salute ed il rispetto dell’ambiente con quello del lavoro e dello sviluppo industriale, di cui Mantova, oggi più che mai, ha pienamente bisogno. Contiamo di reintegrare presto tutti i dipendenti e fare nuove assunzioni». Per chiudere definitivamente la querelle giudiziaria relativa agli aspetti prettamente ambientali, dopo la sanatoria circa gli abusi edilizi, resta ora solo il nodo dello smaltimento, quale rifiuto, delle 100.000 tonnellate di eco-balle di fibra di carta stoccate in azienda. Operazione questa che verrà completata direttamente in sito entro fine anno. A quel punto si rinuncerà all’incidente probatorio con la contestuale estinzione del reato.