Poche risorse per disabili e fragili, all’incontro a Palazzo Soardi anche il ministro Bonetti

MANTOVA – Si è parlato di disabilità ieri, a Palazzo Soardi, e più in generale di fragilità, prendendo le mosse dalla legge 112/2016 sul “Dopo di noi”, entrata in vigore nel maggio del 2016 e recante disposizioni in materia di sostegno in favore di persone con disabilità, prive di assistenza in ambito familiare. Dopo i saluti del sindaco, Mattia Palazzi, è intervenuta la ministra del governo Draghi per le pari opportunità, Elena Bonetti, mantovana di Asola, che ha reso merito alla gestione efficiente della problematica della disabilità, in seno al territorio mantovano. L’assessore al Welfare Caprini ha bensì richiamato l’attenzione sul fatto che «in molte aree del paese, il rapporto esistente tra abitanti e numero di assistenti sociali non risponde assolutamente agli standard richiesti», rendendo la gestione di una tematica così delicata come la disabilità non inidonea a dare risposte che siano funzionali e tempestive. Gli fa eco Marco Bollani, formatore dell’associazione La Sfida: «La rete e i servizi sono necessari, certo, ma non bastano più. Le risposte innovative, che sono alla base di nuove prospettive di vita per i portatori di disabilità e le loro famiglie, devono fare appello ad una legge che non sia solo una legge di spesa». Bollani sostiene che i fondi per dare soluzioni innovative ci sono ma non vi è una razionalità sufficiente nella suddivisione degli stessi. «Nella misura in cui gli enti gestori mancano, o anche gli assistenti sociali non ci sono, l’innovazione di cui si parla viene meno. Converrebbe a questo punto dare un ruolo di regia all’amministrazione comunale al fine di recuperare risorse che ancora rimangono non utilizzate». Riccardo Bonfà, direttore tecnico di Ats In. Esistente, sottolinea invece l’importanza di sviluppare competenze utili nelle persone con disabilità e parla del “durante” e del “dopo” in relazione alla legge 112. «C’è da chiedersi, per esempio, se sia giusto attendere i 18 anni prima di creare competenze utili quando magari a quell’età certe competenze sono già in essere. Prima di cercare un lavoro, bisogna creare delle capacità pratiche, anche e soprattutto attraverso esperienze ludico-funzionali, senza dimenticare di passare attraverso l’esperienza dell’errore al di fuori la quale nessuna crescita potrà mai realizzarsi».