Pradella, esplodono i conti e l’opera è ancora incompiuta

Sotto la lente di forza italia

MANTOVA  Un centrodestra “social” computa i 13.050 metri quadrati di Pradella, la cui riqualificazione è costata circa 250 euro al metro quadro. Il centrodestra istituzionale, per voce del capogruppo comunale  Pier Luigi Baschieri (Fi) si ferma alla constatazione di un rigonfiamento di costi che portano il consuntivo a sfiorare i 2,5 milioni, contro i 2 previsti inizialmente. Un conto che lo stesso centrodestra estende poi alla politica generale dell’amministrazione di  Mattia Palazzi, sempre tesa a “largheggiare”, più che operare in economia.

«Questa amministrazione – attacca Baschieri – non finisce mai di stupirci nella gestione dei conti pubblici. Ormai attribuire un costo definitivo all’opera più discussa della città durante il mandato Palazzi è diventato un rebus. Si è passati dai 2.040.000 euro previsti dal progetto originario ai 2,330 milioni dovuti ad una prima integrazione, per arrivare infine a 2.472.000 della seconda e ultima variante».
Conti “caotici”, insiste Baschieri, cambiati più volte da due perizie di variante e approvati dalla giunta. Le due perizie, alla fine, hanno stabilito l’innalzamento di circa 400mila euro per definire il da farsi nell’asse viario più trafficato della città.
Dopo una procedura di gara pubblica, bandita da Tea Acque e aggiudicata al raggruppamento temporaneo di imprese formato da Consorzio Integra e dalle ditte Capiluppi Enzo Srl e Adarte Srl, per un totale di 1.386.000 euro, i lavori non sono ancora conclusi: «Mancano all’appello gli arredi urbani e la ciclabile che cancellerà i posti auto per lasciare il posto ai velocipedi – prosegue il capogruppo azzurro –. Nella sostanza il Comune dovrà integrare la propria spesa con ulteriori 142mila euro. Come avevamo già annunciato nei mesi antecedenti alla fine dei lavori, la spesa dell’intervento manutentivo non poteva che aumentare visti i continui cambiamenti progettuali e gli interventi delle ditte edili impegnate sotto un sole cocente a rifare una parte del proprio lavoro a causa dell’assenza del sistema di irrigazione necessario per le future 200 fioriere che a breve saranno installate lungo il viale. Le dimenticanze che hanno causato l’innalzamento dei conti pubblici e non previste nella progettazione esecutiva iniziale sono state le seguenti: la delimitazione tra la pista ciclabile e la corsia stradale mediante una barriera fisica costituita da fioriere in acciaio da posare sul trottaio in granito; la predisposizione della rete di irrigazione delle fioriere; l’impianto di irrigazione goccia a goccia per le fioriere stesse e l’allestimento delle fioriere con piante ornamentali; quindi, la sistemazione della fontana di largo Pradella, e infine le variazioni dell’arredo urbano, con la modifica della segnaletica orizzontale e verticale. Quello che non riusciamo proprio a intuire sono i tempi di conclusione di questa opera pubblica, iniziata il 27 marzo del 2017, e non ancora conclusa vista l’assenza dell’arredo urbano che richiederà l’ennesima procedura a evidenza pubblica per acquisire l’allestimento finale per “Pradella si fa bella”».
La vexata quaestio del lungo cantiere si ripropone ancora per Baschieri alla luce dell’ultima variante: «È doveroso ricordare la conclusione dei lavori era prevista per il settembre del 2018. A ciò si deve aggiungere la realizzazione della ciclabile (339mila euro già stanziati) che sicuramente ridurrà di almeno 65 posti la disponibilità degli stalli dedicati alla sosta pubblica delle auto. Parcheggi a rotazione che verranno meno per tutti coloro i quali erano intenzionati a recarsi nel centro storico per gli acquisti cosiddetti rapidi. Il restyling di corso Vittorio Emanuele II l’abbiamo considerato un’ opera necessaria per la viabilità cittadina, ma è costata troppo alla città a causa delle troppo lunghe tempistiche di realizzazione. Spesso ci siamo lamentati con questa amministrazione comunale per i tempi-lumaca dei cantieri pubblici e per la loro scarsa interconessione e programmazione con le attività produttive», conclude Baschieri.