Proposta una medaglia al valor civile per De Donno

MANTOVA Una medaglia al valor civile per il dottor Giuseppe De Donno. La proposta di rendere onore al medico mantovano, a due settimane dalla sua scomparsa, arriva dal vice ministro leghista alle Infrastrutture e Mobilità sostenibili Alessandro Morelli. «Ho deciso di scrivere al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese (titolata a proporre questo tipo di nomine al presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ndr) per proporre il conferimento della medaglia al valor civile al professor De Donno per aver perseguito in tutta la sua opera professionale il progresso della scienza e più in generale il bene dell’umanità», si legge in una nota del vice ministro. «Un riconoscimento postumo al duro lavoro da lui svolto in corsia nei momenti più drammatici della pandemia. Al grande lavoro di ricerca che ha sempre svolto sia prima che dopo l’emergenza. È stato infatti il primo medico italiano – prosegue Morelli – a sperimentare l’utilizzo del plasma iperimmune per curare i pazienti colpiti dal covid-19. Un’intuizione arrivata durante la prima fase pandemica, in un momento storico in cui la scienza era letteralmente disarmata di fronte all’avanzata del virus. Chi è stato al fianco dell’ex primario di pneumologia in quei giorni difficili, ricorda la dedizione e il coraggio con cui si è speso per dare una opportunità terapeutica ai pazienti. Gli studi dicono che la cura al plasma iperimmune è efficace nelle fasi precoci della malattia, arrestandone il decorso e prevenendo le ospedalizzazioni. Un riconoscimento destinato a chi si è distinto nel panorama italiano e che vuole premiare atti di eccezionale coraggio che manifestano virtù civica e per segnalarne gli autori come degni di pubblico onore».

Per quanto concerne la morte del dottor Giuseppe De Donno, prosegue nel frattempo il lavoro degli inquirenti circa l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio. A tal proposito i carabinieri del Nucleo Investigativo, che conducono le indagini unitamente ai colleghi della compagnia di Mantova, avevano subito sequestrato computer e telefoni cellulari del medico che non aveva lasciato alcun biglietto e messaggio a spiegazione del suo estremo gesto. Il corpo senza vita di De Donno era stato rinvenuto nello scantinato di casa dai suoi stessi familiari nel tardo pomeriggio del 27 luglio scorso.