Qualità della vita: a Mantova si sta 11 volte peggio di prima. E per il lavoro ancora meno

MANTOVA Mantova perde punti (e posizioni) in qualità della vita. A certificare il dato poco lusinghiero è la tradizionale analisi de Il Sole 24 Ore, giunta alla 33 esima edizione, sul livello di benessere nelle 107 province italiane. L’indagine, che prende in considerazione 90 indicatori di cui 40 aggiornati proprio quest’anno per stare dietro agli effetti della pandemia e ai primi segnali di recessione economica, vede la città dei Gonzaga al 58esimo posto della graduatoria nazionale, 11 posizioni in meno rispetto allo scorso anno. A leggere le maggiori sotto classifiche, il dato migliore si registra in termini di Ricchezza e consumi, un 33esimo posto nazionale, comunque in discesa di nove posizioni rispetto allo scorso anno. Il valore aggiunto pro capite è infatti cresciuto del 4,9%, nonostante la prestazione peggiore del territorio arrivi dal settore Affari e lavoro dove Mantova si colloca al 95esimo posto nazionale (-41 posizioni rispetto alla scorsa edizione). In crescita rimangono le start innovative con un +16,5%. Per la qualità della vita delle donne, la città si posiziona al 54esimo posto, +3 posizioni rispetto alla scorsa edizione. Miglioramenti si registrano nell’ambito della Giustizia e sicurezza (47esima posizione nazionale, +8 posizioni rispetto allo scorso anno) e Demografia e società (53esima posizione nazionale, +40 posti rispetto alla scorsa edizione). Torna il segno meno, invece, per quanto riguarda l’Ambiente e i servizi (45esima posizione nazionale, -16 rispetto alla scorsa edizione), nonostante un incremento del 12,8% di piste ciclabili, e la Cultura e il tempo libero (64esima posizione nazionale, -33 rispetto allo scorso anno), con un -5% sia in materia di sportività sia di librerie ogni 100 mila abitanti. In termini di popolazione (dati Istat), l’incidenza dei bambini (0-14 anni) è al 12,8%, la popolazione in età attiva (15-64 anni) è al 63%, mentre gli anziani (65 anni e oltre) è al 24,2%. In chiave regionale, la Lombardia sembra viaggiare a due velocità. Mentre retrocedono città come Mantova, Como (-16), Monza e Brianza (-9), guadagnano terreno Cremona (11esima, +26 posizioni), Bergamo (14esima, +25 posizioni), Sondrio (15esima, +14 posizioni) e Lodi (49esima, +8 posizioni). Il peggioramento delle città metropolitane colpisce anche Milano che dalla seconda posizione scivola all’ottava. Sul podio di quest’anno al primo posto si piazza Bologna, seguita da Bolzano e Firenze.
Tiziana Pikler