Rientro a scuola, zaino e portafogli più leggeri

MANTOVA Nuova stangata per le famiglie italiane: per i libri di testo di medie e superiori si registra un incremento medio dell’8% dei prezzi di copertina imposti dagli editori, con punte del +12% per alcuni titoli. Un’ondata di aumenti che peserà sui bilanci delle famiglie, e che certamente non va a vantaggio di librerie e cartolibrerie che, anzi, vedono paradossalmente ridursi i margini di guadagno, passati dal 15% lordo di due anni fa al 10% circa di oggi. L’allarme è stata lanciato da Sil, il Sindacato Italiano Librai di Confesercenti.
La situazione a Mantova, però, non sembra rispecchiare il quadro tracciato dal sindacato e la conferma arriva dai titolari del Centroscuola di Levata, un cardine in provincia per la gestione della libreria scolastica. “Il caro libri non esiste – affermano in coro due dei tre titolari dell’azienda, Giulio Bertoni e Stefano Danesi -. Il ministero ha posto dei tetti di spesa alle scuole medie per cui se questo tetto viene superato si “taglia” un testo. E cosa succede? Che a metà settembre lo vengono a cercare, perché gli insegnanti lo fanno adottare con il risultato che poi questo libro non si trova. E sa perché non si trova? Perché gli editori non lo stampano in quanto non inserito tra le adozioni e quindi distribuito con un volume di copie minore rispetto alla richiesta. E quindi ritardi, rallentamenti e disagi tra i banchi”.
E poi ci sono gli ebook che, seppur in maniera relativa, hanno contribuito alla riduzione della spesa per la scuola. “Qualche insegnante si è convertita alla tecnologia, forte anche dell’esperienza avuto nel disastrato periodo Covid. Gli studenti ci hanno preso la mano, ma è evidente che alle superiori si ha una certa dimestichezza, alle medie un po’ meno. Ma sa un’altra cosa? Credo che gli ebook non saranno mai la chiave del futuro e l’America ce lo sta insegnando con il ritorno al libro. L’esperienza del Covid ha lasciato parecchie ombre”.
Ma tornare a scuola sarà comunque un costo, magari non un salasso come lo scorso anno, però qualche aumento c’è stato. “In primis – continuano Bertoni e Danesi – o consideriamo il libro caro e inutile oppure ci guardiamo dentro e capiamo come il prezzo non sia mai stato adeguato all’indice Istat o messo al pari del carovita. Con gli enormi aumenti avuti in questi ultimi mesi, gli editori hanno chiesto al Ministero l’aumento del 10% ma dopo un lungo tira e molla hanno riconosciuto loro il 4,20% per cento. Se pensiamo a quanto sono cresciute le materie prime si capisce subito che è un controsenso. Anche quei tetti di spesa proprosti dal Ministero non corrispondono più alla realtà perché il loro anacronismo non è in linea con l’attualità. Gli editori per far fronte all’aumento vertiginoso dei costi sono costretti a calare le pagine dei libri”.
Bertoni e Danesi insistono: “I listini della libreria scolastica escono a gennaio e da allora il prezzo diventa intoccabile, anche a fronte di rincari o altro. L’anno scorso con l’aumento consistente della carta è stato drammatico ed è per questo che c’è stato un ridimensionamento del prodotto”. Dai libri al materiale scolastico il passo è breve, soprattutto al Centroscuola, dove basta “svoltare l’angolo”. “Anche in questo caso sfatiamo un mito: vero, c’è stato un aumento ma parliamo dell’1,4%. Diverso è stato l’anno sorso quando invece abbiamo toccato l’8%, in un periodo in cui ogni 5 giorni cambiavano i listini”. Ma il libro è un bene o una spesa? “Ci sono famiglie in cui il libro di scuola è l’unico che entra in casa, ma il discorso è più ampio perché se vogliamo divulgare la lettura 200 pagine in bianco e nero di un Oscar Mondadori, un classico, non possono costare 13 euro e un libro di 1200 pagine a colori con carta “usomano” per uno studente della scuola primaria costare 12,50 euro”.