Ritardi inaccettabili: i politici all’attacco delle ferrovie

MANTOVA La garanzia di un intervento diretto dell’amministratore delegato di Trenord Marco Piuri resa al deputato di Italia viva Matteo Colaninno ha mosso le acque anche nelle rappresentanze regionali mantovane, che cercano in vario modo di mettere la parola fine a una serie di disguidi ormai tanto cronicizzata da non fare quasi più notizia. Persino il sindacato degli utenti del trasporto pubblico (Utp), per voce del segretario territoriale Andrea Bertolini, guarda al ritardo istituzionalizzato e ai disservizi dei treni con sofferta rassegnazione.
Inaccettabile è comunque attendere che la tratta Mantova-Milano trovi un segnale di svolta solo al compimento del raddoppio da Mantova a Codogno: la rabbia dei pendolari cresce in maniera esponenziale a ogni ritardo o a ogni cancellazione.
«Un tavolo solo con Trenord non risolverebbe nulla: devono essere convocati sia i vertici di Trenord che quelli di Rfi. Questo ho chiesto all’assessore ai trasporti Claudia Terzi, che ha inviato la richiesta», interviene il consigliere leghista Alessandra Cappellari. Dunque, anche Rfi non può chiamarsi fuori: «Non è possibile che la tratta Milano-Mantova sia martorizzata dalla mattina alla sera, ed è assolutamente necessario che ciascuno faccia la propria parte; anche Rfi si prenda le proprie responsabilità: la Regione Lombardia continua a mettere soldi e investire ma bisogna che anche Rfi intervenga per quanto di propria competenza, ossia le linee ferroviarie e i passaggi a livello». Tantopiù, precisa Cappellari, che Rfi e Trenitalia sono società interamente statali e Trenord è composta al 50% da Fnm (della quale il 57% è della Regione) e al 50% da Trenitalia; «E visto che la gestione dei materiali rotabili è in capo a Trenord mentre linee e passaggi a livello sono in capo a Rfi, è chiaro come un incontro solo con Trenord sarebbe monco e inutile».
Ma la Regione non può chiamarsi fuori, secondo il consigliere dei 5 Stelle Andrea Fiasconaro: «Le responsabilità di Trenord e Rfi in questi continui e ripetuti disagi, che sono aumentati e peggiorati anno dopo anno, è innegabile. Ma telefonare ai vertici conta fino a un certo punto. Qui è la Regione che dovrebbe farsi valere in tutta la sua autorità e autorevolezza. Nello specifico, il presidente Fontana e l’assessore Terzi, che invece latitano, abbandonando Mantova e i pendolari al proprio destino. Ormai il viaggio sulla Mantova-Milano è diventato peggio di un’odissea: è un vero e proprio viaggio della speranza. Se va bene sai quando parti, ma non sai se arrivi. Qui è necessaria una presa di posizione da parte di chi comanda» conclude.
E la collega del Pd Antonella Forattini spinge sulla necessità di risarcire coloro che i danni li subiscono direttamente nel disservizio. «Trenord garantisca il rimborso per cancellazioni e ritardi anche quando i problemi sono causati dalla rete ferroviaria di Rfi. Non è accettabile – spiega Forattini – che i pendolari e i viaggiatori della Mantova-Milano, vittime di un’odissea quotidiana, si vedano negato il risarcimento pur avendo pagato il biglietto o l’abbonamento a Trenord. Sarà poi eventualmente l’azienda lombarda a trovare un accordo con chi ha la responsabilità dei disservizi nei casi (che ricordiamo, sono solo una parte) in cui non è sua responsabilità diretta. Ma non è accettabile che i diritti dei cittadini non vengano rispettati», conclude il consigliere dem.