Stalking, lesioni e accesso abusivo a sistema informatico: per gelosia rischia due anni e mezzo

MANTOVA Due anni e mezzo di reclusione: questa la pena richiesta al termine della sua requisitoria ieri dalla pubblica accusa nei confronti di una donna accusata di stalking, lesioni personali e accesso abusivo a un sistema informatico. Dietro questa vicenda di atti persecutori avvenuti tra il 2019 e il 2021, c’è una storia come tante fatta di tradimenti e ripicche. Secondo l’accusa l’imputata avrebbe pedinato, mandato messaggi minacciosi e anche aggredito la rivale, la donna con cui il suo compagno l’aveva tradita. Tra gli episodi contestati dall’accusa c’è un’aggressione subita dall’altra donna, che si è costituita parte civile al processo con l’avvocato Roberta Ramelli che ha chiesto 50mila euro i risarcimento, nel parcheggio dell’Anconetta. La vittima avrebbe riportato una lussazione a una spalla per una prognosi di 6 giorni facendosi medicare al pronto soccorso di Suzzara, perché chi l’aveva aggredita lavorava all’ospedale di Mantova. E tra le accuse c’è anche quella di accesso abusivo a sistema informatico da parte dell’imputata per vedere l’anagrafica della rivale. L’avvocato Maria Grazia Galeotti, che difende l’imputata, ha chiesto l’assoluzione per la sua assistita dai resti di stalking e lesioni mentre per l’accesso abusivo a sistema informatico la richiesta è in subordine sul minimo della pena. Il giudice Raffaella Bizzarro ha rinviato il processo al prossimo 16 luglio per repliche e sentenza.