Gianluca Pecchini: “Vi racconto le Partite del (mio) Cuore”

Gianluca Pecchini tra Gianni Morandi, Roberto Boninsegna e Niccolò Fabi
Gianluca Pecchini tra Gianni Morandi, Roberto Boninsegna e Niccolò Fabi

MANTOVA Sulla sua carta d’identità, alla voce “professione”, è qualificato come “manager”. «In realtà – dice lui – mi sento più un organizzatore». Sia come sia, il suzzarese Gianluca Pecchini non si annoia mai. La sua agenda è sempre piena. Calcio, spettacolo e sociale: questi gli ambiti in cui si muove, spesso e volentieri in perfetta commistione. Vedere per credere l’evento di cui va più fiero: la Partita del Cuore. Il prossimo 15 luglio, a L’Aquila, metterà di fronte la benemerita Nazionale Cantanti e la Nazionale Politici, con diretta televisiva su Raiuno. «I fondi raccolti – spiega Pecchini – saranno devoluti al “Progetto Accoglienza”, promosso dalla Fondazione Bambino Gesù e dalla Caritas Italiana. Sarà la rivincita della sfida dell’anno scorso e siamo felici di farla ancora a L’Aquila, che nel 2026 sarà Capitale della Cultura. Per i cantanti ci saranno i grandi senatori, come Fogli, Giacobbe e il grande Mogol; e le nuove leve come Rkomi, Benji&Fede, Rocco Hunt, Aka7even e tanti altri. L’anno scorso abbiamo raccolto quasi 400mila euro. Speriamo di ripeterci… o magari migliorarci». Pecchini ha visto nascere la Nazionale Cantanti e attualmente ricopre la carica di direttore generale: «Dal 1981 ad oggi – racconta – abbiamo raccolto oltre 120 milioni, devoluti in beneficenza. Questa sarà la mia 34esima Partita del Cuore, non ne ho saltata una». Gli chiediamo di sceglierne tre indimenticabili: «Difficile – risponde – . Non posso non citare quella del 2000 all’Olimpico con la presenza di Peres e Arafat, Israele e Palestina insieme: a pensarci oggi non ci si crede. Poi a Verona nel ’96 con i “preti coraggio” e l’invito al pentimento rivolto da don Ciotti ai mafiosi. Infine quella del ’95 a San Siro con i giudici, nell’epoca di “Mani Pulite”. Ma potrei citare anche l’edizione del ’99 a Firenze con i piloti: c’era Schumacher, sugli spalti non ci stava uno spillo».
L’idea di creare una Nazionale Cantanti fu di Mogol, verso il quale Pecchini nutre infinita ammirazione: «Stiamo parlando di un autentico visionario, oltre che di un autore gigantesco. Da 40 anni mi onora della sua amicizia e lo considero un maestro. Nel 2026 compirà 90 anni e contiamo di festeggiarlo come merita. I suoi testi che preferisco? Tra i tanti, ne scelgo due scritti per Lucio Battisti: I giardini di marzo e Una donna per amico».
Antico e profondo è anche l’amore di Pecchini per il calcio. A Coverciano (con l’indimenticabile Italo Allodi) conseguì 43 anni fa il patentino di “direttore di società di calcio”. È stato dirigente di diverse squadre, ha fatto parte della Commissione Federale Antidoping. Una riflessione amara sull’epilogo del campionato di Serie B: «Il “caso Brescia” e tutto quel che ne è seguito – osserva Pecchini – non hanno giovato all’immagine del calcio italiano. È evidente che c’è un problema di tempestività nelle decisioni. Alcune norme federali vanno riviste: la certezza dei tempi deve essere migliore». Per fortuna c’è il Mantova, di cui Pecchini è socio dal 2017 con una quota di minoranza. «Onore alla squadra biancorossa, che ha saputo battersi in un campionato difficile come la B con autorevolezza e dignità. Le scelte adottate dal presidente Piccoli si sono rivelate giuste. Del Mantova mi sento ancora parte, anche se gli impegni mi hanno un po’ allontanato rispetto a qualche anno fa. Conto di tornare al Martelli la prossima stagione per vedere qualche partita». Intanto incombono i preparativi per l’altra partita, quella del Cuore. Calcio, spettacolo e solidarietà: il connubio si rinnova. E Pecchini è in prima fila.