Stradoni: “Nessun ricovero per Covid e reparti vuoti, ma pronti a tornare operativi”

MANTOVA Nonostante l’allarme dato dai focolai nel viadanese i reparti dell’ospedale di Mantova sono al momento vuoti e in ogni caso pronti e attrezzati per rientrare in funzione nel breve arco di dodici ore in caso di ritorno della pandemia. A dirlo è il direttore generale dell’Asst di Mantova, Raffaello Stradoni, che ieri, attraverso un video, ha fatto il punto sull’emergenza sanitaria in corso nel territorio virgiliano.
«Negli ultimi giorni – spiega il manager – abbiamo vissuto una situazione difficile con i focolai dell’area viadanese, che per fortuna sono stati circoscritti grazie al controllo certosino effettuato dagli operatori dell’Ats con cui collaboriamo per l’espletamento dei tamponi. È vero – prosegue – il numero dei contagiati negli ultimi giorni è aumentato, anche se adesso sembra indirizzato ad una più consona normalizzazione. I nostri pronto soccorso e i reparti non registrano casi particolarmente gravi e al contempo non si segnalano ricoveri sia nelle rianimazioni che nelle terapie intensive e sub intensive».
Ma per frenare sul nascere facili entusiasmi Stradoni ha ricordato anche che se la situazione è nettamente migliorata rispetto ai mesi scorsi, dietro l’angolo purtroppo vi è sempre l’incognita di un possibile ritorno dell’emergenza come si sta verificando in diverse parti del mondo. «Richiamo tutti a non abbassare la guardia, perchè la tutela della salute pubblica dipende dai comportamenti di ognuno di noi. Fondamentale quindi l’uso della mascherina, il frequente lavaggio delle mani, l’adeguato distanziamento sociale e, ai primi sintomi influenzali, recarsi subito dal medico». Oltre a questo Stradoni ha ricordato anche che in autunno, come tutti gli anni, vi sarà il ritorno del virus influenzale: «In questo caso abbiamo gli anticorpi ma non è ugualmente da trascurare, in quanto vi sono sempre le persone più a rischio». Cambiando argomento si è poi soffermato sul ritorno alla normalità nei diversi reparti. «Su indicazione di Regione Lombardia dobbiamo mantenere spazi attrezzati da aprire entro dodici ore per consentire, in caso di siano di crisi, l’adeguata assistenza sanitaria. E questo si protrarrà fino a quando i responsabili regionali e nazionali non assicureranno la scomparsa del virus. Stiamo gradualmente riaprendo tutti i servizi e le prestazioni, ma alcune non le possiamo ancora erogare. Il riferimento in questo caso è a quelle sul sistema dell’apparato respiratorio; qui dobbiamo essere cauti soprattutto coi test che prevedono il soffiare dentro uno strumento diagnostico. Troppo alto il rischio che qualcosa resti nell’aria». Infine sugli accertamenti medico legali spiega.
«Ci sono due macro blocchi circa tale frangente: la commissioni invalidi e quella patenti. «Le commissioni invalidi non si sono mai fermate, anche se c’è una lista di attesa. Discorso diverso invece per le patenti. Le commissioni patenti sono rimaste ferme circa tre mesi. Dal momento della ripresa, il 4 giugno, finora abbiamo già fatto 850 visite incrementando il numero delle sedute giornaliere. In coda abbiamo ancora 2.200 visite che contiamo di evadere entro settembre. In nostro soccorso è arrivata anche la proroga di sette mesi del governo e quindi il tempo a disposizione è sufficiente per ottenere il certificato».