MANTOVA «Mia figlia non faceva uso di droghe, se le persone più grandi di lei con cui era l’avessero protetta oggi sarebbe ancora viva. Perché non l’hanno portata in ospedale visto che distava pochi minuti?». Con l’escussione, tra le altre, di Carolina Esposito Mocerino, madre della vittima, è proseguito ieri in tribunale a Reggio Emilia il processo con rito ordinario istruito per la morte di Nunzia C o l u rc i e l l o, la 24enne napoletana stroncata da un’ove r d o s e all’alba del 20 ottobre 2018 dopo una notte in discoteca e che vede sul banco degli imputati una 49enne di Guastalla accusata dell’ipotesi di morte come conseguenza di altro reato, nella circostanza rappresentato dalla cessione di sostanze stupefacenti. Secondo quanto ricostruito dalle indagini la giovane, stabilitasi a Mantova qualche mese prima della sua tragica scomparsa e che lavorava come barista a Pietole, quella notte aveva assunto un mix rivelatosi letale di cocaina, ketamina e Mdma. Sempre stando agli accertamenti Nunzia aveva trascorso quella notte nella discoteca “Tube Club” di Modena, dov’era arrivata insieme a due mantovani, entrambi già usciti dal procedimento a seguito di patteggiamento. Sarebbero stati loro a portarla da uno spacciatore che le avrebbe venduto della cocaina mentre la 49enne le avrebbe fornito dosi di Mdma, con la vittima collassasse in preda a convulsioni proprio a casa di quest’amica. Prossima udienza a dicembre.